La Volkswagen sta vivendo un periodo molto complicato, con il rischio di chiusura che mette in seria difficoltà i lavoratori.
Il mondo delle quattro ruote sta subendo importanti cambiamenti al giorno d’oggi, con la ricerca di una produzione prettamente elettrica che non sta portando ai frutti sperati. Lo si vede benissimo con il caso della Volkswagen, con la casa di Wolfsburg che è una di quelle che più di tutte ha cercato di imporre una gamma a impatto zero, con le sospensioni della produzione che però sono state molto frequenti.
La gamma ID è indubbiamente una delle migliori per quanto concerne le elettriche, ma il problema è che, nel momento in cui i Governi, soprattutto quello tedesco, hanno limitato gli incentivi, ecco che la maggior parte dei cittadini ha deciso di tornare al vecchio termico. I dati dell’UE inoltre evidenziano come la Germania sia una delle nazioni nella quale i cittadini nel prossimo futuro abbiano intenzione di acquistare una vettura o a gasolio o a benzina.
Il Gruppo Volkswagen dunque deve fare tutte le valutazioni del caso, perché ciò che conta maggiormente deve essere la salvaguardia dei lavoratori. Purtroppo però la scelta della società sembra aver preso una direzione del tutto inattesa, con la delocalizzazione che si abbatte anche sulla grande Germania.
A quanto pare la situazione in Germania legata alla Volkswagen sta prendendo una piega sempre più complicata, come si evince su formulapassion.it. Dovranno trattare in modo serio e deciso il futuro della casa tedesca il responsabile del marchio Thomas Schafer e il direttore finanziario Arno Antlitz.
Stando a quanto riporta Reuters, la Volkswagen sta per prendere una decisione che sarebbe drammatica per migliaia di famiglie, ovvero quella di chiudere diverse fabbriche in Germania. Questo porterebbe unicamente alla delocalizzazione del marchio, con l’intento che è quello di rientrare il prima possibile di 10 miliardi di costi in eccesso.
L’obiettivo è dunque quello di alzare il profitto che andrà dal 2,3% attuale al 6,5% che è in programma da Volkswagen entro il 2026. Il problema è che la casa tedesca aveva già firmato degli accordi con la Germania e con i sindacati, oltre il fatto che è in programma per ottobre una ridiscussione dei salari, che vorrebbe essere anticipata. I sindacati, rappresentati da Thomas Knabel di IG Metall, accusano Volkswagen del piano di produzione inefficiente e dunque non dipenderebbe dall’ingresso di nuove realtà provenienti dalla Cina sul mercato delle auto. Una spinosa questione che rischia di proseguire a lungo.
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