La mitica Vespa merita un trattamento speciale ma rischia di dover smettere di circolare nelle strade italiane: una vera batosta per una grande icona
Il modello più conosciuto a livello di due ruote italiane, adesso deve fare i conti con delle regole piuttosto stringenti. Bisogna intervenire al più presto per evitare che ci siano grossi problemi per tutti gli amanti del genere.
Non è la più vecchia delle due ruote italiane, perché quel primato spetta alla Lambretta, ma la Vespa è di certo il modello più evocativo. Il made in Italy, anche per quanto concerne la produzione dei motocicli ha sempre attirato l’attenzione del resto del mondo. La Vespa della Piaggio è arrivata sul mercato interno nel 1946, con i primissimi modelli, nell’immediato secondo dopo guerra. Un motore da 50cc, poi ampliato a 125 e 150, con un design unico e inconfondibile, tanto da valerle la presenza nella collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano. Anche andando a New York ci si può imbattere in una riproduzione fedele della Vespa, all’interno del famosissimo MoMA.
Ebbene quello che tutto il mondo ci invidia potrebbe rischiare di non circolare sulle strade italiane. Proprio per evitare questo la Piaggio spera di poter veder inserito il suo modello tra i veicoli di interesse nazionale. Questo sarebbe il volere di Matteo Salvini, con una precisa logica alle spalle. Il mitico scooter rischia di finire sotto le limitazioni alla circolazione, in continuo aumento anche per volere del Green Deal europeo.Â
La Vespa come patrimonio culturale italiano: Matteo Salvini si muove per salvarla dalla scure europea
Secondo quanto espresso in una nota dalla Lega: “Vogliamo salvare questa icona rivoluzionaria degli anni ’50 e ’60, che rappresenta uno spaccato della storia italiana”. Ci sono in totale oltre 20 milioni di modelli venduti e circolanti nel mondo di Vespa in questo periodo e tali numeri non possono essere sottovalutati.
L’idea è quella di una proposta di legge (già depositata) che possa riconoscere alla Vespa Piaggio lo status di patrimonio culturale nazionale in Italia. Fino a questo momento, nonostante le stringenti regole per le emissioni, nella maggior parte dei comuni italiani le Vespe storiche possono continuare a circolare, anche due tempi ed euro zero.
Inoltre sono previste delle agevolazioni fiscali come l’esenzione del bollo e il pagamento in misura ridotta. Il problema, secondo la Lega, è che senza un intervento mirato oggi, in futuro, quando magari non saranno più i singoli comuni a decidere, c’è il rischio che questa libertà di circolazione non venga più accordata. D’altronde Bruxelles sta girando sempre di più la vite sul discorso delle emissioni e la deriva sembra proprio questa.
Tra l’altro già lo scorso 23 aprile, in occasione del suo “compleanno” (brevetto depositato il 23 aprile del 1946) la Lega aveva fatto approvare al Consiglio regionale della Toscana una mozione per riconoscerla patrimonio dell’Unesco.Â