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La mostra “Scooter Italia 1945-1970”, inaugurata di recente a Villa Manin di Codroipo e aperta fino al 4 maggio, offre un’affascinante retrospettiva sull’evoluzione degli scooter in Italia. Attraverso una collezione di circa cinquanta modelli, l’esposizione celebra il ruolo fondamentale di questi mezzi di trasporto dal dopoguerra a fine anni Sessanta, evidenziando la loro importanza sociale e culturale. Questo evento si inserisce nel contesto di GO!2025&Friends, una serie di manifestazioni che anticipano le celebrazioni per Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura.
Un tributo alla creatività italiana
La mostra è organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia e curata dallo storico Paolo Capuzzo. Attraverso un attento lavoro di raccolta, l’esposizione riesce a raccontare come gli scooter abbiano visto un’evoluzione non solo come mezzo di trasporto, ma anche come simbolo di libertà e di stile. Presentando modelli provenienti da collezioni private, la mostra offre ai visitatori un’opportunità unica di comprendere l’impatto di questo veicolo sulla società italiana, in un periodo di profonde trasformazioni economiche e culturali. Lo scooter è diventato il compagno di viaggio di generazioni, rappresentando la semplicità e la funzionalità della mobilità quotidiana.
L’ideale di libertà che ha accompagnato gli scooter è quello di una creatività che si manifesta anche nei dettagli dei design, degli accessori e delle mostra documentali. Le fotografie, i filmati e i documenti storici allestiscono un racconto che si tinge di nostalgia, suggerendo come questo mezzo di trasporto abbia contribuito a un cambiamento culturale che andava oltre il mero spostamento da un punto a un altro.
La mobilità quotidiana e la rivoluzione giovanile
Il percorso espositivo è suddiviso in due fasi, ciascuna delle quali rispecchia un’epoca diversa. La prima fase si concentra sul ruolo degli scooter nel periodo post bellico, quando erano una necessità per i lavoratori e le famiglie che cercavano di ricostruire le loro vite in un’Italia in evoluzione. Questo contesto sociale e lavorativo ha visto lo scooter diventare un simbolo di modernità e accessibilità, facilitando la transizione da una vita rurale a una vita urbana.
Nella seconda fase, gli anni Sessanta, gli scooter emergono come icone della mobilità giovanile. Erano associati a nuove correnti culturali, a una gioventù che voleva esprimere il proprio stile di vita e di pensiero. I modelli esposti narrano anche storie di movimenti giovanili e di esplorazione, di tempo libero trascorso su due ruote, spesso accompagnati da musiche che riflettevano l’ingegno e lo spirito di quella generazione.
Marchi celebri e realtà sconosciute
Tra i protagonisti della mostra spiccano nomi illustri come Piaggio e Innocenti, le cui Vespa e Lambretta hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del design italiano. Ma non mancano anche marchi meno noti che meritano di essere riscoperti, come Rumi e Gianca. Questi modelli, spesso associati a storie di ingegno e creatività minori, rivelano un panorama ricco e variegato che arricchisce la narrazione dell’evoluzione dello scooter.
Accanto ai mezzi esposti, la mostra offre un’importante documentazione fotografica e filmica. L’Archivio Alinari, l’Archivio Fiera Milano, e l’Archivio Nazionale Luce presentano materiali d’epoca che arricchiscono l’esperienza, permettendo di comprendere meglio il contesto in cui questi veicoli hanno operato. Anche i manifesti pubblicitari originali della Collezione Salce contribuiscono a contestualizzare il sentimento dell’epoca.
Approfondimenti e accesso alla mostra
Per coloro che desiderano portarsi a casa un pezzo della mostra, un catalogo curato da Silvana Editoriale è disponibile sia in italiano che in inglese. Al suo interno si possono trovare immagini, manifesti e approfondimenti che arricchiscono ulteriormente l’esperienza. Le sale di Villa Manin sono aperte al pubblico dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 19. In aggiunta, è prevista un’apertura straordinaria per il Lunedì dell’Angelo. L’ingresso è fissato a 8 euro, mentre il costo ridotto è di 5 euro, rendendo così l’esposizione accessibile a un vasto pubblico desideroso di esplorare la storia degli scooter italiani.