Stellantis sta vivendo un momento davvero molto complesso e adesso ci sono dei licenziamenti di massa a preoccupare tutti: una crisi molto profonda
I numeri sono preoccupanti e migliaia di lavoratori sono a rischio. Le ultime decisioni del colosso automobilistico mettono in apprensione tantissime famiglie. Diventa necessario correre ai ripari per evitare una catastrofe.
L’intero settore dell’Automotive a livello mondiale non sta attraversando un periodo particolarmente florido. Dopo i dati della pandemia e il comprensibile rimbalzo post Covid, ora si vive una fase di stallo. La Cina detta legge sull’elettrico e lo stesso Musk fatica a stare al passo con Tesla, costretta a lanciare sempre nuove idee e modelli. In Italia a tenere banco è la situazione di Stellantis, grande colosso multinazionale ma a forte tinte tricolori. L’ex FIAT sta vivendo un momento non semplicissimo, come emerso anche dal Tavolo Automotive del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy).
Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane e relazioni industriali dell’azienda, parlando ai microfoni di La7 ha spiegato: “Abbiamo condiviso con i sindacati il piano dell’azienda per l’Italia che assegna una missione ad ogni impianto fino alla fine del decennio”.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, Manca ha ribadito l’impegno del colosso motoristico ad investire in Italia e a cercare di salvaguardare i lavoratori.
“Stiamo lavorando con i nostri partner sindacali e i nostri dipendenti per affrontare la crescente concorrenza, con un mercato europeo ben al di sotto del periodo pre-Covid”. Il problema è che in vista del prossimo anno sono a rischio migliaia di lavoratori.
Stellantis è nei guai, rischio di maxi licenziamenti: bisogna evitare che diventi una catastrofe
A lanciare l’allarme sui numeri spaventosi che potrebbero attendere Stellantis e i suoi lavoratori da qui a un anno è stato invece il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano.
Il suo grido di allarme preoccupa gli operai: “Nel 2025 termineranno gli ammortizzatori sociali. Questo significa che senza un intervento per tempo si andrà incontro a licenziamenti di massa. Ci sono almeno 12.000 posti a rischio nei vari stabilimenti del nostro paese”.
Una situazione piuttosto allarmante, che coinvolge anche le fabbriche delle componentistica, accrescendo ancor di più il totale delle famiglie sull’orlo del baratro. Diventa quindi doveroso dover trovare delle soluzioni adeguate per non arrivare al collasso definitivo per i lavoratori italiani. Sono attese per settembre delle decisioni importanti per far fronte all’enorme difficoltà di queste famiglie.