I tutor non omologati fanno sempre discutere un sacco, e anche questa volta non è andata diversamente. Anzi, soprattutto stavolta.
Tutor non omologati, e basta questo per rendere una news interessante. Già, ma fondamentalmente che cos’è un tutor? Si tratta di una serie di postazioni simili a quelle di un autovelox. In questo caso, sono minimo 2 (di entrata e di uscita).
A differenza degli autovelox, che misurano la velocità istantanea dei veicoli al passaggio in un punto esatto della strada, il tutor è pensato e omologato per misurare la velocità media di un mezzo a motore che percorrere un tratto di strada compreso fra due stazioni di rilevamento lontane anche diversi chilometri.
Così facendo è capace di fornire una misura attendibile e incontestabile per quanto riguarda la rilevazione di infrazioni e sanzionare in questo modo chi si mantiene a lungo oltre i limiti di velocità. Per molti, è considerato un sistema più ‘democratico’ degli autovelox: e allora cosa c’è che non va?
Tutor fuori legge? Ecco come stanno davvero le cose
Dopo una sentenza della Corte di Cassazione, che di fatto mette fuori legge centinaia di migliaia di autovelox e impianti per la rilevazione della velocità in tutta Italia, una delle città che potrebbe essere maggiormente colpita è quella di Genova. Il comune ligure potrebbe rischiare infatti delle ripercussioni per quanto successo con un avvocato di Treviso, che ha vinto la sua battaglia legale contro il Veneto. Nell’ultimo grado di giudizio, infatti, è stato sancito che: per poter operare regolarmente, un dispositivo deve essere omologato oltre che approvato dal ministero dei Trasporti.
Ciò significa che le multe prodotte con apparecchi privi di omologazione sarebbero tutte – potenzialmente ovviamente – discutibili e annullabili. Tornando a Genova, il tutor è installato sulla sopraelevata Aldo Moro, sul lungomare Canepa, sulla strada Guido Rossa e in un tratto di corso Europa all’altezza di Quinto. Vanno sicuramente considerati anche gli autovelox fissi, anche se a Genova ce ne sono solo due: sono situati sul cavalcavia Don Bosco – sopra corso Europa – e in via Timavo, via Tagliamento e via Polonio. Secondo i documenti pubblicati sul sito del comune, questi impianti risultano approvati con specifici decreti ministeriali. Tuttavia, va detto, nessuno di questi riporta l’omologazione. Perché vi diciamo questo?
Beh, perché con l’omologazione viene accertato che un determinato apparecchio rispetti tutti i requisiti tecnici e che consenta la riproduzione dello stesso in serie. Con la prima procedura, si assicura ‘soltanto’ che il prototipo venga autorizzato secondo gli standard previsti dalla legge. L’omologazione, poi, dovrebbe risultare indicata pure nei verbali di contestazione notificati ai trasgressori.
In ogni caso, comunque, è improbabile che parta una miriade di ricorsi contro il Comune di Genova. Anche se risultasse una mancanza dal punto di vista dell’omologazione, la legge stabilisce che “dalla data di contestazione o notifica della violazione, per fare ricorso non devono passare più di 60 giorni davanti al prefetto e 30 dinanzi al giudice di pace”. Per quanto riguarda le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso.