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Nel contesto attuale, in cui il mondo sembra muoversi sempre più velocemente verso un futuro sostenibile, la posizione di Donald Trump sulle auto elettriche emerge come un vero e proprio grido di battaglia contro l’innovazione.
Durante la convention del Partito Repubblicano a Milwaukee, il miliardario ha delineato quelle che saranno le sue priorità qualora tornasse alla Casa Bianca.
Tra queste, una in particolare ha suscitato non poco clamore: la sua ferma opposizione alle auto elettriche.
Mentre l’Europa conferma il suo impegno verso un futuro più verde con l’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea per il secondo mandato, gli Stati Uniti sembrano prendere una direzione diametralmente opposta.
Von der Leyen ha infatti rilanciato l’impegno dell’Unione Europea per il bando alla vendita di auto a motore a combustione entro il 1° gennaio 2035, segnando così un netto contrasto con la visione proposta da Trump.
L’amministrazione Biden aveva cercato di premiare con incentivi le vetture a zero emissioni realizzate in Nord America che utilizzassero batterie prodotte con materie prime estratte negli States o nei Paesi alleati.
Una scelta chiara verso prodotti ad alto tasso ecologico che ora viene messa in discussione dalle dichiarazioni del tycoon repubblicano. Secondo Trump questi finanziamenti pubblici rappresenterebbero una “nuova truffa verde”, destinata piuttosto a progetti infrastrutturali come strade, ponti e dighe.
Trump ha promesso che fin dal suo primo giorno di presidenza metterà fine agli impegni sull’auto elettrica. La sua motivazione? Salvare l’industria automobilistica statunitense dalla “completa distruzione” e far risparmiare ai clienti americani “migliaia e migliaia di dollari per vettura”.
Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio in cui gli Stati Uniti, essendo il primo paese produttore di petrolio al mondo, non hanno mai visto nell’auto elettrica una soluzione per raggiungere indipendenza economica ed energetica.
Bloomberg ricorda come Trump non abbia mai nascosto il suo disprezzo per i veicoli elettrici, considerandoli inefficaci e addirittura dannosi per i lavoratori automobilistici americani poiché li vede come un beneficio principalmente per la Cina.
Questa posizione si contrappone nettamente agli obiettivi fissati dall’amministrazione Biden che mirava a rendere i veicoli elettrici il 50% sul totale delle vendite entro il 2030.
In conclusione, è chiaro come la questione delle auto elettriche sia diventata uno dei tanti terreni su cui si gioca la partita politica tra visioni del mondo profondamente diverse.
Da una parte c’è chi vede nella transizione ecologica un’opportunità imperdibile per innovare ed evolvere; dall’altra chi teme che tale transizione possa comportare rischi economici troppo elevati da sopportare.
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