Toyota ancora una volta stupisce tutti e si sdoppia. Il modello più amato avrà nel 2024 una doppia versione
Toyota non smette di stupire e, ancora una volta ha dato vita, a un’idea che ha già conquistato tutti. Il progetto è diventato realtà in questo 2024 e non si può perciò non parlare di queste due nuove versioni di una delle auto più amate, prodotta dal marchio nipponico negli ultimi anni.
Toyota ha quindi ancora una volta colpito nel segno, ampliando la gamma della C-HR con maggiore spazio all’ibrido. Impattare il meno possibile sull’ambiente è diventato un dovere di tutti e Toyota vuole in questo senso mettersi in prima linea.
A questo proposito, dunque, Toyota C-HR Hybrid si è letteralmente sdoppiata e, nel 2024, sono arrivati sul mercato ben due suoi modelli ovvero la Lounge Premiere e la GR SPORT Premiere. Il SUV ibrido di Toyota fa dunque un ulteriore passo avanti con nuove varianti che si contraddistinguono per caratteristiche specifiche,
La Toyota C-HR Hybrid si divide quindi tra Lounge Premiere e la GR SPORT Premiere. Il motore resta sempre un 2.0 da 4 cilindri da ben 223 CV e sarà disponibile sia in versione full hybrid che plug-in hybrid. A fare la differenza sono gli interni in pelle con cuciture a contrasto nella Lounge Premiere e i cerchi in lega da 20″ nella GR SPORT Premiere. Le emissioni puntano ancora a non superare i 19 g/km di CO2.
A livello di guida, entrambi i nuovi modelli saranno dotate di tre diverse modalità ovvero Normal, Eco e Sport. Il conducente potrà poi creare una modalità personalizzata con combinazioni specifiche tra trasmissione, sterzo e climatizzatore.
Ma veniamo ai prezzi. Attualmente la Toyota C-HR Full Hybrid classica, grazie agli incentivi, è in vendita a 29.950 euro partendo da una base di 35.700 euro. Per le versioni Premiere il prezzo sale. Si va dai 34.950 euro, con gli incentivi, ai 51.400 e 51.900 euro, senza incentivi, in base anche alla scelta che si fa tra full hybrid e plug-in hybrid.
Entrambi i modelli rientreranno nei nuovi stanziamenti sugli incentivi auto previsti da Maggio. L’approvazione del provvedimento ha avuto un ritardo (si doveva partire già nel mese appena trascorso), provocando una contrazione del mercato a Marzo con un risultato negativo nel confronto con lo scorso anno.
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