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Stellantis, stop ufficiale in Italia: vendite troppo basse, decisione drastica

Stellantis potrebbe essere costretta a prendere una decisione davvero drastica per il suo futuro. Ecco di cosa si tratta.

Stellantis è una delle aziende più rilevanti e importanti dell’automobilismo mondiale. Il gruppo, che ha avuto origine dall’unione di FCA e PSA, ha una portata di aziende blasonate inglobate al suo interno davvero straordinaria. Anche per questo motivo, le aspettative legate a questa società sono sempre davvero altissime.

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Stellantis, brutte notizie in arrivo (flopgear.it – Ansa)

Anche Stellantis però ha evidentemente i suoi grattacapi, e a certificazione di ciò ecco l’ufficiale stop dell’azienda. Tale decisione, che riguarda direttamente proprio il nostro paese, sarebbe stata presa per le vendite troppo basse

Stellantis, decisione drastica: cosa sta succedendo

Si è parlato spesso della Gigafactory di Termoli, che però adesso potrebbe fermarsi clamorosamente. Il motivo è legato allo stop subito dal progetto della fabbrica di batterie che sarebbe dovuta nascere a Kaiserslautern in Germania. Secondo Rheinpfalz, giornale locale, ACC – consorzio creato da Stellantis, Mercedes Benz e Total – avrebbe deciso di non proseguire verso quella direzione, aprendo uno spiraglio per l’Itaia. 

Secondo Handelsblatt, il segretario generale Matthieu Hubert avrebbe affermato però che questa scelta è legata alle difficoltà del mercato delle automobili elettriche in Europa, ma anche agli esagerati prezzi dei materiali a disposizione. Gli stessi problemi potrebbero far si che anche il progetto di Termoli subisca uno stallo, come riferito da ClubAlfa. E’ necessario arrivare in tempi brevi ad una soluzione che possa permettere di creare prodotti sostenibili da un punto di vista economico, la ricerca in questo senso è fondamentale. Ogni decisione dunque è rimandata ai prossimi mesi. 

Gigafactory Termoli, perché non deve saltare

Il destino della Gigafactory di Termoli, Molise,  è dunque ancora in bilico. ACC intendeva occupare un’area di 1,2 milioni di metri quadrati e produrre ben 40 GWh; inoltre, la fabbrica avrebbe dovuto impiegare circa 2.000 lavoratori entro il 2030. Per quanto riguarda la produzione di batterie, si dovrebbe svolgere in questo modo: prima il processo chimico, poi quello meccanico, il trattamento elettrico e infine il montaggio.

Gigafactory in Italia, perché non deve saltare
Carlos Tavares, CEO di Stellantis (flopgear.it – Ansa)

Prevista l’installazione di più di 400 macchinari per la lavorazione del prodotto in questione, senza considerare le camere bianche e il controllo della quantità di particelle nell’aria, di temperatura e di umidità. Il personale doveva vestire abiti apposti ed essere sottoposto a speciali procedure di pulizia (pensiamo alle docce d’aria). La produzione dei primi due blocchi sarebbe dovuta essere di 60 milioni di celle l’anno. Al momento, però, siamo arrivati a una fase di stallo davvero molto delicata. Nel caso della Gigafactory italiana, uno stop definitivo sarebbe un colpo durissimo da digerire per l’automotive italiano.

Il progetto di Termoli, infatti, rappresenta una straordinaria opportunità per l’Italia di essere protagonista nel futuro delle quattro ruote e dell’elettrico. Non farne niente, quindi, rappresenterebbe un mezzo disastro economico, automobilistico e soprattutto di programmazione (specialmente considerando quanto l’Italia fatichi già adesso a ottenere grandi risultati lato elettrico). Staremo a vedere come le cose andranno a finire. Sperando che per la Gigafactory italiana non venga il momento dei titoli di coda ancora prima dell’inizio del film.

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