Tensioni crescenti tra il colosso automobilistico e l’esecutivo italiano. Le nuove strategie aziendali sollevano dubbi sugli impegni già presi.
L’aria si fa sempre più pesante tra Stellantis e il governo italiano. Come durante una partita a scacchi dove ogni mossa viene scrutata con attenzione, le recenti decisioni del gigante automobilistico hanno sollevato più di un sopracciglio tra i corridoi del potere. Vediamo perché il governo sembra così preoccupato, e contrariato.
Tutto è iniziato con un annuncio che, a prima vista, potrebbe sembrare una buona notizia. Stellantis ha inaugurato una nuova linea di produzione nello stabilimento di Toluca, in Messico. Un investimento di 1,6 miliardi di dollari per produrre la Jeep Wagoneer S, un veicolo completamente elettrico destinato al mercato globale, Europa inclusa. Un passo avanti nell’era dell’elettrificazione, si potrebbe pensare. Ma come sempre, c’è un ma.
Il nodo della discordia: investimenti all’estero vs promesse in Italia
Mentre Stellantis celebra l’apertura di nuove linee produttive oltreoceano, in Italia si sollevano dubbi e preoccupazioni. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non ha nascosto la sua insoddisfazione. Secondo lui, Stellantis non starebbe mantenendo fede ad alcuni impegni presi in precedenza con il governo italiano.
Ma quali sono questi impegni? Al centro della disputa c’è la promessa di costruire una Gigafactory in Italia, un impianto cruciale per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Un progetto che, se realizzato, potrebbe garantire posti di lavoro e posizionare l’Italia come hub strategico nella transizione verso la mobilità elettrica.
Il ministro Urso ha lanciato un avvertimento chiaro: se Stellantis non dovesse procedere con la Gigafactory, i fondi del PNRR destinati a questo progetto potrebbero essere dirottati altrove. Una mossa che sa di ultimatum e che mette in luce la crescente frustrazione del governo.
Da parte sua, Stellantis ribatte affermando di essere concentrata sui propri piani aziendali e invita il governo a creare le condizioni necessarie per sostenere i progetti in Italia. Un botta e risposta che assomiglia sempre più a un dialogo tra sordi.
Nel frattempo, l’azienda procede con i suoi piani globali. Dopo Toluca, anche lo stabilimento di Windsor in Canada ha adottato la piattaforma STLA Large per la produzione della nuova Dodge Charger. E in Italia? Cassino è nella lista, con la produzione delle versioni elettriche e ibride dell’Alfa Romeo Stelvio prevista per il 2025, seguita dalla nuova Alfa Romeo Giulia nel 2026.
Sullo sfondo di queste tensioni, ci sono i numeri. Stellantis ha registrato un calo del 14% nei ricavi e una diminuzione del 48% nell’utile netto nel primo semestre del 2024. Il CEO Carlos Tavares parla di un contesto di mercato sfidante e problemi operativi interni. Eppure, paradossalmente, il titolo dell’azienda continua a performare bene in borsa, con gli analisti che mantengono un giudizio positivo.