Grossi cambiamenti a livello industriale in Europa, con la nuova decisione politica che sta creando non pochi problemi.
L’Europa sta dando vita in questi anni a una serie di cambiamenti epocali, soprattutto per quanto riguarda il mondo automobilistico. Le quattro ruote infatti sono al centro del dibattito come probabilmente non era mai accaduto prima, con il passaggio alla mobilità elettrica che continua a far discutere sempre di più.
Inoltre sembra chiaro come ormai anche nell’Unione Europea non ci sia più tutta quella totale fiducia sul fatto che nel prossimo futuro si passerà a una mobilità del tutto elettrica. La Legge che avrebbe dovuto bloccare la produzione di auto termiche nel 2035 sta vacillando sempre di più e inoltre si sta cercando di tutelare quanto più possibile il mercato del Vecchio Continente.
Non ci sono dubbi sul fatto che l’Europa sia ancora oggi il punto di riferimento per la produzione di auto a livello mondiale, ma la Cina è in grande ascesa. Sono diverse le aziende di questa nazione che stanno diventando centrali in questo mondo e ora ci sono una serie di provvedimenti che rischiano di limitarla seriamente, peccato che non tutti siano di questo avviso.
L’Unione Europea ha deciso di alzare sensibilmente i dazi nei confronti i tutte quelle opere che dalla Cina giungono in Europa, con la MG che per esempio dovrà passare dal 10 al 37,6% di aliquota. Una percentuale davvero molto importante e che segnerà così una serie di cambiamenti anche nei costi di vendita che dovranno aumentare.
Non sono però solo le aziende cinesi che producono all’interno dei propri confini, ma negli anni sono state sempre di più le realtà europee che hanno deciso di puntare sensibilmente su questa nazione. Lo si vede per esempio con il caso della BMW, con la sua iX3 che nasce proprio in territorio cinese, ma di fatto sono quasi tutte le grandi realtà che operano in questa nazione.
Dalla Mercedes alla Volkswagen, passando per Stellantis fino ad arrivare anche alla Dacia con la sua Spring. Ecco perché i marchi automobilistici risultano essere contrari a questo aumento dei dazi per tutte quelle opere che dalla Cina giungono nel Vecchio Continente, con le aziende che chiedono così una politica che si possa basare su un commercio aperto e a sostegno della competitività. L’Europa è comunque divisa, con Germania e Svezia che si sono astenute, mentre Italia, Spagna e Francia restano favorevoli ai dazi.
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