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Si costruisce una supercar Pagani in casa: il risultato lascia tutti esterrefatti!

In un mondo dell’auto sempre più evoluto e costoso, c’è chi ha deciso di costruirsi in un garage una Pagani da sogno. Rimarrete a bocca aperta.

La fantasia, a volte, può superare qualsiasi limite, anche quello economico. Le supercar sono le vetture più ambite al mondo, ma solo una ristrettissima cerchia di fortunati milionari possono permettersele. I prezzi sono sempre più elevati e il trend non è destinato a cambiare. Coloro che hanno avuto la fortuna o l’intuizione di mettersi in garage una leggendaria Ferrari F40 o una Pagani Zonda ora si ritrovano un tesoro.

Una Pagani Huayra impressionante
Si costruisce una supercar Pagani in casa (Instagram) flopgear.it

A rendere così speciali le auto sportive di lusso non sono solo le prestazioni di motori all’avanguardia, ma le linee inconfondibili scolpite dopo centinaia di ore in galleria del vento. Dopo l’esperienza accumulata in Lamborghini, Horacio decise di costruirsi la sua prima supercar, lanciando il brand Pagani. L’auto era un opera d’arte sul piano estetico, impreziosita dai potenti motori della Mercedes-AMG. Sin da subito divenne una vettura iconica.

La Zonda doveva chiamarsi Fangio F1 in onore del cinque volte iridato argentino. Alla fine Horacio fu costretto a cambiare nome, sebbene tutto è stato pensato per alimentare il bisogno della velocità. Il vento che soffia nelle pampas argentine diede il nome all’auto iconica nel 1999 e, probabilmente, fu ancor più indovinato. L’auto era un fulmine. Sullo stampo della Zonda nacquero una serie di varanti: la Zonda F (2005), la Zonda Cinque (2008) e la Zonda R (2009). Nel 2017 è stata svelta, in occasione del Concorso d’Eleganza di Pebble Beach, anche la Zonda HP Barchetta, realizzata in 3 unità.

Il DNA delle altre vetture prodotte dalla Pagani è rimasto lo stesso. Horacio è consapevole che uno dei tratti di forza è il motore prodotto dalla Mercedes. I proprietari non rinuncerebbe al sound di un V12. Tra i capolavori del brand di San Cesario sul Panaro spicca la Huayra. Quest’ultima si ispira all’elemento dell’aria e ha richiesto ben 7 anni di lavoro. Il progetto è iniziato nel 2003 ed è stato perfezionato con tecnologie all’avanguardia. Gli specchietti sono ispirati alla forma dell’occhio femminile. Le prese d’aria laterali superiori dietro le portiere, sono nati riprendendo i concetti dei caccia militari.

Una Pagani Huayra molto speciale

La Huayra vanta il V12 Mercedes AMG V12 M158. Si tratta di un biturbo da 5.980 cm³ che sprigiona 700 CV nella versione standard e 730 in configurazione hi-power, oltre ad una coppia di 1.000 Nm. Le performance sono da brividi. La Huayra può arrivare a 370 km/h. Ogni singolo elemento è nato per performare al massimo in ogni circostanza, sebben la vettura nasca per la pista. Gli scarichi sono in titanio e inconel, concepiti per ridurre al minimo il peso.

Una Pagani Huayra molto speciale
Una Pagani Huayra fatta a mano (Instagram) flopgear.it

Il cambio è un 7 marce sequenziale montato trasversalmente e prodotto dalla Xtrac. I due radiatori posti ai lati della bocca anteriore garantiscono l’efficienza degli intercooler, posti sopra la testa dei cilindri. Se c’è un’auto che è difficile da replicare è proprio la Pagani. La Huayra sembra arrivare da un altro pianeta. Dei ragazzi del canale NHET TV hanno provato a replicare le linee della supercar, partendo dalla base di una Daewoo Espero.

 

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Il team ha investito 500 dollari per l’acquisto dell’auto coreana per trasformala in una Pagani da 3,5 milioni. Hanno impiegato 500 giorni per creare il capolavoro che vedrete in alto sulla pagina IG drive.verse. E’ quasi interamente fatta a mano. Il risultato finale è spettacolare. E’ difficile distinguerla dall’originale, persino i cerchioni sono molto simili. Gi interni e l’apertura del cofano e delle portiere sono uguali all’originale. Non è il primo progetto che completano in Vietnam. Hanno già costruito una LaFerrari e una Bugatti Chiron. Nel caso della Pagani si sono superati. Meriterebbero una chiamata di Horacio in persona.

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