Nuove regole choc per l’esame necessario al conseguimento della patente. La decisione ha scatenato un acceso dibattito
L’estate 2024 si è rivelata particolarmente calda per il settore delle autoscuole italiane. Un’inchiesta giornalistica condotta da Repubblica ha svelato un intricato sistema di truffe per l’ottenimento della patente che coinvolgeva esaminatori, vigilanti e persino organizzazioni criminali. La notizia ha scosso l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla sicurezza stradale e sull’integrità del processo di abilitazione alla guida.
In risposta a questa situazione a dir poco sconcertante, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di intervenire con misure drastiche. La nuova direttiva, entrata in vigore l’8 agosto, ha introdotto una serie di regole draconiane, che alcuni forse giudicheranno eccessive, da seguire nelle procedure d’esame. Un provvedimento di grande impatto che dà la misura della gravità dello scandalo.
Le nuove regole per l’esame della patente: cambia tutto
Il Ministero ha optato per un approccio che potremmo definire “chirurgico-radicale” nel tentativo di estirpare il problema alla radice. Come in una sala operatoria, i candidati dovranno ora indossare camici monouso a maniche lunghe in tessuto non tessuto, completi di polsini in maglina. Questa misura mira a impedire l’uso di dispositivi nascosti per comunicare con l’esterno.
Ma le sorprese non finiscono qui. All’ingresso delle aule d’esame, i candidati troveranno ad attenderli delle guardie giurate con  metal detector. Questi “custodi della legalità ” avranno il compito di scovare eventuali dispositivi elettronici nascosti, in una scena che sembra uscita da un film di spionaggio più che da una normale sessione d’esame.
La lista dei divieti si allunga ulteriormente: niente più occhiali, orologi, bracciali o anelli durante la prova. Questi accessori, un tempo considerati innocui, sono ora visti come potenziali nascondigli per microcamere e altri strumenti di comunicazione illecita. Per garantire un controllo ancora più stringente, la direttiva prevede la presenza di due esaminatori in aula. E per chi pensasse che tutto ciò sia eccessivo, il Ministero ha pensato anche a misure opzionali ancora più severe come sistemi di video sorveglianza nelle aule e altre azioni di sorveglianza preventiva.
Solo il tempo potrà dirci se questa rivoluzione nell’esame per la patente sarà efficace o se si rivelerà l’ennesimo tentativo fallimentare di risolvere un problema profondamente radicato nel sistema. Una cosa è certa. L’Italia si trova di fronte a una svolta epocale nel modo di concepire e gestire gli esami per la patente, in un percorso che promette di essere tanto controverso quanto necessario.