Ancora parole forti del Ministro Matteo Salvini nei confronti della politica europea. Sarebbe un suicidio continuare in questo modo.
Il Governo attualmente in forze, quello presieduto da Giorgia Meloni che annovera tra i ministri diversi politici generalmente molto critici nei confronti di alcune scelte dell’Unione Europea in passato, non ha mai fatto mistero della sua perplessità nei confronti della transizione ecologica. A non convincere del tutto sono le modalità con cui a Bruxelles si vuole procedere per giungere ad una mobilità sostenibile.
Tra tutti quanti, nessuno ha fatto tuonare la propria voce in questo senso contro l’Unione Europea come Matteo Salvini, attualmente Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che si sta facendo notare durante questo mandato. Prima, la rivoluzione portata dal Nuovo Codice della Strada che è ormai prossimo a cambiare le cose in Italia.
Adesso arrivano invece le critiche nei confronti di una scelta politica del parlamento europeo che – secondo il ministro in effetti – rischiererebbe di mettere a repentaglio l’economia ed i settori terziari di tutti i paesi membri, incluso il nostro. Andiamo a vedere cosa ha criticato questa volta Salvini e quali basi avrebbe questa aggressiva invettiva nei confronti di una decisione impopolare.
Al centro della polemica sostenuta nel corso di un’intervista su Telelombardia come riportato da varie fonti – inclusa Formula passion – sarebbe ancora la scelta di Bruxelles di arrivare ad un progressivo stop alla produzione di autovetture con il motore termico entro il 2035 che è stata più volte criticata da vari stati membri, Italia compresa. Il Ministro è tornato sull’argomento ricordando perché la Lega, il suo partito, non appoggia tale prospettiva.
“La Lega sta combattendo per evitare quel che l’Europa ha deciso, ovvero che dal 2035 si possano comprare solo auto elettriche. È una follia che aiuta solo la Cina”, afferma in poche parole il politico, una linea di pensiero che sembra sostenuta da molti esponenti del Governo che in passato sono stati anche meno dolci con questo piano, parlando apertamente di “suicidio” e “stupidaggine”.
Insomma, la linea generale nel partito di Salvini ma più in lato in tutto il Governo è che non siamo ancora pronti per questo cambio di rotta: “Auto significa tanti posti di lavoro. Guardiamo alla produzione cinese, dal momento che la CO2 non è nazionalista ma è internazionalista: è chiaro che se c’è il record di carbone bruciato in alcuni Paesi al mondo evidentemente la decarbonizzazione micro-localizzata ha effetti zero”, conclude il proprio intervento il Ministro.
Del resto i dati sembrano dare ragione a questa tesi, con la Cina che sta aumentando vertiginosamente l’esportazione di automobili e soprattuto di modelli elettrici al punto da aver superato il Giappone alla fine dello scorso anno. La domanda però è come possiamo affrontare la questione climatica – pressante ed evidente – senza distruggere allo stesso tempo un settore che dà lavoro a milioni di persone? La risposta va trovata tramite un dialogo con l’Europa ma il tempo scorre.
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