Roberto Vannacci ha scelto di uscire allo scoperto su un’abitudine a cui lui non riesce a sottrarsi, che dura da più di vent’anni.
Sin da quando è diventato popolare Roberto Vannacci non ha avuto timore di manifestare apertamente le sue opinioni, anche con parole che potevano sembrare scomode, ma senza timore di possibili conseguenze. Le critiche non sono comunque mancate, soprattutto da parte di chi non era d’accordo con il suo pensiero, ma lui incurante delle possibili conseguenze è andato avanti per la sua strada senza timori.
Ora che è candidato alle Elezioni Europee è ancora più facile da parte sua fare notizia, questa volta lo ha fatto in merito a una sua scelta che potrebbe sembrare controcorrente, ma perfettamente in linea con le sue idee. il riferimento è a una sua abitudine che porta avanti addirittura da più di vent’anni e che ritiene almeno per ora possa smettere di portare avanti.
Roberto Vannacci, ecco che auto guida
Ma qual è questa volta l’abitudine che ha Roberto Vannacci e che lo differenzia, tanto per cambiare, da molte persone? Il riferimento è al suo modo di agire negli spostamenti quotidiani, anche lui ha un’auto ma non sembra particolarmente interessato a seguire la tendenza come fanno molti.
Spesso, infatti, salvo problemi economici c’è la corsa all’ultimo modello, ma questo non sembra riguardarlo: “Io guido una vettura diesel da ventitre anni, l’ho comprata nel 2001 – ha detto recentemente in un’intervista a ‘La Stampa’ –. Mi basta un litro di gasolio per fare 20 chilometri”.
Insomma, la tendenza ai bassi consumi e alle vetture che sono sostenibili per l’ambiente, non sembra per il momento interessargli. Il parco auto che circola in Italia è tra i più vecchi, ma l’idea di cambiare la sua macchina non è per ora una priorità. Anzi, questa convinzione sembra essere nata in lui guardando un esempio a lui molto vicino: “Mio nipote ha una Tesla, ogni volta che deve venirmi a trovare da Milano a Viareggio è una maledizione perché deve contare quanto possa servirgli per la ricarica. Le auto elettriche possono andare bene per la città, sono convenienti per i ricchi, visto che costano di più”.
Insomma, a suo dire anche il mercato automobilistico dovrebbe guardare maggiormente alla situazione economica in cui versano in molti e agire di conseguenza, ma le aziende del settore sembrano farlo solo in parte: “Se ho un loft a Milano coi pannelli solari e sono miliardario, oppure ho un’impresa in Brianza. Non si tratta di auto per gli operai, gli infermieri o i poveracci”.