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Nell’ambito della mobilità sostenibile, l’Unione Europea sta valutando una svolta importante riguardante l’utilizzo delle auto sul suolo europeo. A partire dal 2035, l’orizzonte potrebbe ampliarsi non solo per i veicoli completamente elettrici, ma anche per le ibride plug-in, una categoria che promette di contribuire al transito verso un futuro a minor impatto ambientale. I dialoghi attuali in seno alla Commissione Europea mostrano un interesse crescente nell’includere vari tipi di veicoli nella pianificazione ambientale, discutendo anche i motori termici.
Auto ibride plug-in: una realtà attuale da considerare
Le automobili ibride plug-in sono già parte del panorama automobilistico, rappresentando una soluzione promettente per ottimizzare i tragitti sia urbani che extraurbani. La versatilità delle PHEV consente di utilizzare la propulsione elettrica per gli spostamenti quotidiani e un motore a combustione per i viaggi più lunghi. Questa duplice funzionalità ha permesso a molte persone di approcciare la mobilità elettrica senza dover completamente rinunciare ai motori tradizionali.
Tuttavia, in Italia, la diffusione delle ibride plug-in resta ancora limitata. Nel 2024, queste vetture hanno catturato solamente il 3,3% del mercato automobilistico, mentre le auto elettriche pure hanno fatto registrare una percentuale leggermente superiore, pari al 4,2%. Questo scenario evidenzia le sfide che le PHEV devono affrontare, come i costi elevati e la necessità di ricariche regolari. Inoltre, le emissioni di CO2 possono superare i limiti ottimali, specialmente quando la modalità elettrica non viene sfruttata appieno dalle persone.
Sostegno dell’Unione Europea alle ibride plug-in
Nonostante le attuali difficoltà, il dialogo tra l’industria automobilistica e le autorità europee continua a essere attivo. Le aziende produttrici di auto fanno pressione per ottenere l’approvazione delle PHEV come continuazione del processo di elettrificazione. Questa categoria di veicoli è vista come un passo intermedio importante, soprattutto in regioni dove le infrastrutture di ricarica non sono ancora sufficientemente sviluppate.
Alcuni esemplari di ibride plug-in offrono autonomie elettriche maggiori fino a 80 km, permettendo di coprire la maggior parte delle necessità quotidiane senza ricorrere al motore a combustione. Questa capacità di operare in ambito urbano grazie all’elettricità, insieme alla garanzia di una tradizionale fonte di alimentazione per lunghi viaggi, rappresenta un vantaggio significativo.
Incognite future: emissioni CO2 e competitività
Nonostante le potenzialità, permangono molte incognite nel futuro delle ibride plug-in nell’Unione Europea. La Commissione Europea è attualmente al lavoro per rivedere i metodi di misurazione delle emissioni di CO2, una questione cruciale per determinare la reale sostenibilità di questi veicoli. Inoltre, le auto elettriche stanno guadagnando competitività, grazie ai progressi tecnologici e alla riduzione dei costi di produzione, rendendo il mercato sempre più complesso.
Si prospetta quindi un passaggio delicato, dove il successo della transizione verso una mobilità più sostenibile potrebbe dipendere dalla capacità di trovare un equilibrio tra progresso tecnologico, rispetto dell’ambiente e dinamiche economiche. Questi elementi saranno fondamentali per soddisfare le aspettative dei consumatori e le esigenze di un mercato in continua evoluzione.