Il gruppo Proma ha intrapreso una strategia significativa, decidendo di rilocalizzare in Italia alcune delle sue linee produttive nel settore automotive, attualmente situate in Germania e Francia. Questa mossa è finalizzata a valorizzare il noto distretto manifatturiero torinese, con un focus particolare sulla produzione di sedili di lusso per veicoli di alta gamma, destinati a marchi prestigiosi come Porsche e BMW. L’intervento, quindi, segna un passo importante nel panorama industriale italiano, dove l’eccellenza nella manifattura viene nuovamente messa sotto i riflettori.
La decisione di Proma si distacca dalle tendenze globali che spesso puntano verso la delocalizzazione in paesi a manodopera più economica. L’obiettivo è incrementare annualmente la produzione di circa 50.000 sedili, includendo anche elementi per il fuoristrada Grenadier del marchio britannico Ineos, il che evidenzia l’ambizione di puntare su prodotti di alta fascia. Il CEO, Luca Pino, ha sottolineato che la scelta di concentrarsi su marchi di prestigio come Mercedes, McLaren e Aston Martin è strategica; la competenza e la qualità del made in Italy sono ritenute essenziali per affrontare le sfide in un mercato competitivo e in continua evoluzione.
Nel territorio torinese, Proma è già ben radicata, con tre stabilimenti ubicati a Caselette, Rivoli e Bruino, dove attualmente lavorano circa 350 dipendenti. Questa presenza sul territorio non solo favorisce l’occupazione, ma rappresenta anche un punto di forza per l’azienda nell’adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato. Proma, attiva a livello globale su tre continenti e in 25 paesi, dimostra un’evidente vocazione internazionale, con impianti in Marocco, Spagna, Brasile, Argentina e Messico, rendendola un attore importante nel panorama automotive mondiale.
Nonostante le intenzioni positive, il gruppo Proma si trova a fronteggiare diverse difficoltà legate alla burocrazia e alla complessità degli investimenti in Italia. In particolare, presso lo stabilimento di Caselette, dove l’azienda possiede un’area di 50.000 metri quadrati, il progetto per un nuovo capannone di 15.000 metri quadrati risulta attualmente bloccato, malgrado le assicurazioni dalle istituzioni locali e nazionali.
“Puntiamo a crescere, non chiediamo sussidi,” ha dichiarato Pino, evidenziando come le problematiche burocratiche e l’incertezza delle normative stiano diventando un ostacolo significativo per la competitività dell’azienda. Paesi come Polonia e Serbia offrono condizioni più favorevoli in termini di incentivi, rappresentando una concorrenza diretta per le imprese italiane. Nonostante questo scenario complesso, Proma rimane impegnata nel suo percorso in Italia, auspicando un supporto istituzionale più concreto per garantire che i suoi piani di investimento non vengano dirottati verso altre nazioni.
Con questa strategia, il gruppo Proma non solo punta a consolidare la propria posizione nel mercato automotive di lusso, ma si impegna anche a contribuire al rilancio della manifattura italiana, che ha sempre rappresentato un’eccellenza nel settore.
L'Opel Mokka si rinnova nel 2025 con un restyling che migliora design, motorizzazioni e tecnologia,…
La compagnia cinese Byd incontra 380 aziende italiane a Torino per cercare fornitori per i…
Luca De Meo, amministratore delegato di Renault, critica le normative europee sulle emissioni e propone…
La Mazda CX-60 2025 debutta in Italia con aggiornamenti significativi, tra cui nuove sospensioni, un…
La Ferrari, con il nuovo vice team principal Jerome D’Ambrosio e l'arrivo di Lewis Hamilton,…
La Ferrari presenta la nuova monoposto SF-25, caratterizzata da innovazioni aerodinamiche e meccaniche, tra cui…