Il prezzo delle ricariche elettriche fast e ultra fast in Italia è altissimo, ma per quale ragione? Il motivo è stato svelato, ed è assurdo.
Da anni si parla della necessità del passaggio alle auto elettriche per ridurre l’impatto ambientale dei veicoli e preservare la salute dell’ambiente e delle persone. Le emissioni dei gas di scarico delle auto rendono nociva l’aria che respiriamo in città e contribuiscono a causare l’effetto serra.
Non vi è dubbio dunque che optare per l’auto elettrica sia una scelta saggia sia per la nostra salute che per il bene del pianeta. In Italia però la transizione è più lenta che altrove ed il motivo è principalmente economico. Gli italiani sono i cittadini europei con gli stipendi più bassi in media, inoltre gli incentivi statali e regionali non bastano a rendere accessibili i costi di mezzi il cui prezzo supera quello già esorbitante delle auto nuove con motore termico.
Possedere un’auto è un lusso e possederne una elettrica è uno ancora più grande. Ma se la maggior parte degli italiani lamentano l’impossibilità di affrontare la transizione, i pochi che hanno già effettuato il passaggio all’elettrico lamentano i costi di gestione troppo alti rispetto alle medie europee.
Ricaricare l’auto in casa grava sulla bolletta (a meno di avere pannelli fotovoltaici appositi per la ricarica) e farlo in strada ha un costo ancora maggiore. Se è vero dunque che si risparmia su bollo e parcheggio, è altrettanto vero che quanto viene risparmiato lo si investe in ricariche elettriche, annullando di fatto il teorico vantaggio economico.
La questione ricariche troppo care qualche giorno fa è stata sollevata e sottoposta da un automobilista italiano alla redazione di ‘Vaielettrico.it’, sito che come suggerisce il nome stesso si occupa quasi esclusivamente di auto elettriche e di tematiche inerenti. Questo scrive in una lettera aperta di aver notato come il prezzo delle ricariche sia sempre superiore ad un euro a Kw/h e chiede alla redazione se possono spiegargli il motivo.
L’autore della missiva ipotizza che ci possa essere un cartello dei fornitori di energia e che ci potrebbero essere i presupposti per segnalare il problema all’Antitrust, anche considerando il fatto che il costo di una ricarica sulla A22 è la metà di quello riscontrato in tutte le altre torrette di ricarica fast e ultra fast.
Rispondendo alla lettera del loro utente, la redazione di ‘Vaielettrico.it’ ha precisato di non avere le competenze giuridiche per poter dire se si tratti di un caso da sottoporre all’Antitrust. Tuttavia fanno presente al lettore che in Italia le auto elettriche sono poche e che i gestori delle colonnine di ricarica lamentano il loro lo scarso utilizzo.
A giustificare i prezzi alti, dunque, ci sarebbe proprio lo scarso utilizzo e la necessità dei distributori di rientrare degli investimenti fatti: “Quindi da noi i gestori stanno cercando di rientrare (almeno in parte) degli investimenti con prezzi oggettivamente salati. Enel X è a 0,89 per le fast e 0,99 per le ultra fast, Eni-Be Charge a 0,85 e 0,95”.
Una situazione senza soluzione? Probabilmente sì finché la transizione verso l’elettrico non diverrà più consistente. Più auto spingerebbero altri gestori a entrane nel mercato delle ricariche elettriche e dunque a fare maggiore concorrenza proponendo prezzi più bassi degli altri per farsi preferire dai clienti.
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