In Formula Uno è stata proposta direttamente l’abolizione per questo particolare pezzo di storia della categoria.
La Formula Uno è uno sport straordinario, capace di attrarre a sé veramente un numero notevole di fan e appassionati che ogni anno si godono le corse in tutto il mondo e seguono le gesta dei più grandi piloti in circolazione.
Uno show, dentro e fuori dalla pista, che punta ad essere ogni anno sempre più spettacolare, tanto che ci viene da chiederci quale sia – se c’è – il limite effettivo a questa continua ricerca del cambiamento, della rivoluzione, della novità. In un certo senso, a rispondere a queste domande ci ha pensato il Presidente e CEO della Formula Uno, che per l’ennesima volta si è soffermato sull’importanza attrattiva delle sessioni di prove libere.
L’idea di Stefano Domenicali è semplice, e parte da una domanda che il boss della F1 fa sia a sé stesso che agli addetti ai lavori in generale: le prove libere sono davvero quello che nel 2024 i tifosi e gli appassionati vogliono vedere? Proprio a partire da questo quesito, inizia l’idea – che per il momento rimane tale – di ridimensionare le stesse sessioni di prove libere per cercare di creare qualcosa di più avvincente e divertente.
E in effetti fra le idee attualmente in discussione c’è quella di arrivare alla riduzione o addirittura all’abolizione delle prove non ufficiali. Magari farne soltanto una, il che significherebbe ridurre drasticamente il minutaggio di lavoro per team e piloti. La ragione per cui Domenicali e colleghi stanno riflettendo concretamente sul da farsi è legata all’importanza in uno sport come la Formula Uno di avere sempre una sfida da affrontare, che sia in gara o in prova, così da abbracciare e sposare lo spirito più puro delle corse su pista. Ridurre drasticamente il minutaggio delle prove libere abbasserebbe non poco i costi, anche perché le spese volte a raggiungere il picco massimo delle prestazioni ad ogni week end non sono poche per le scuderie.
Poi, certo, questa potenziale decisione può lasciare più di qualche dubbio. Magari aumenterebbe lo spettacolo, ma per quanto riguarda lo sviluppo della macchina, il miglioramento della stessa e il feeling tra il pilota e il mezzo – fondamentale in uno sport in cui spesso fa tantissima differenza mezzo decimo in più o in meno – ci sarebbe sicuramente qualche difficoltà in più da tenere in considerazione.
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