Ti sei mai chiesto perché il prezzo della benzina in autostrada è molto più alto che in città? Il motivo è più semplice di quanto si creda
Prima di partire per un lungo viaggio è necessario fare attenzione a molti dettagli. Bisogna controllare la pressione delle gomme, l’olio, i filtri, e soprattutto assicurarsi di fare il pieno di benzina, per non rischiare di rimanere a secco o di dover fare rifornimento in autostrada. Per molti l’idea di doversi fermare a mettere carburante in autostrada è infatti un vero e proprio incubo, visto i prezzi generalmente molto più alti di benzina e diesel sulle strade veloci. Ma qual è il motivo alla base della differenza di prezzo tra la benzina fuori e dentro le autostrade italiane?
La risposta è in realtà molto più semplice di quanto si possa immaginare. Non si tratta di una scelta dei proprietari dei vari distributori di carburante per cercare di ottenere un maggior profitto. Quella differenza, che a volte può arrivare addirittura a 50 centesimi al litro, ma che in media si attesta sui 20 centesimi rispetto alla media nazionale, come riferito da Staffetta Quotidiana, dipende in realtà dai costi che i gestori devono sostenere.
Non deve sorprendere più di molto, infatti, che il prezzo per poter gestire una pompa di benzina dentro l’autostrada è sotto molti punti di vista più alto rispetto a quello che bisogna sostenere per una pompa di benzina al di fuori dell’autostrada, magari subito fuori uno svincolo autostradale. I potenziali guadagni per i distributori in autostrada sono sulla carta molto maggiori.
Prezzo benzina, perché in autostrada è più alto: svelato il motivo
Tutti i distributori presenti sulle autostrade italiane sono costretti a sostenere costi molto maggiori per poter mantenere attivo il servizio. Costi che, necessariamente, devono essere coperti in qualche modo. Da qui l’aumento del costo della benzina e del diesel, proposto agli automobilisti con una enorme maggiorazione.
D’altronde, i distributori vengono assegnati dal concessionario sulla base di alcuni bandi regolati dal Ministero delle Infrastrutture. L’azienda che offre di più si aggiudica la gestione della stazione di servizio, pagando royalties al concessionario autostradale non proprio alla portata di tutti: si parla di circa 200 milioni di euro. Un costo esagerato che viene spesso coperto con un prezzo medio di benzina e diesel superiore al 4% rispetto alla media nazionale.
Un prezzo già molto alto, cui vanno aggiunti i costi relativi al fatto che in autostrada le stazioni di servizio devono essere aperte per più tempo, anche di notte, anche nei festivi, e devono offrire più servizi rispetto a quanto necessario nelle stazioni di servizio sulla rete stradale urbana ed extraurbana.
Una montagna di costi esorbitanti che di riflesso porta a un prezzo al dettaglio fuori dal mercato, con conseguenze in realtà non molto positive per gli affari dei singoli benzinai. Basti pensare che secondo i dati dell’Associazione nazionale imprese dei servizi autostradali, il carburante erogato in autostrada si è ridotto dal 2008 al 2021 di circa il 70%. Dati non proprio incoraggianti per le aziende che dovranno partecipare ai bandi nei prossimi anni.