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Senza attendere la decisione autunnale dell’Unione Europea, che dovrà confermare o meno l’introduzione di dazi fino al 37,6% sulle importazioni di auto elettriche cinesi, Pechino ha deciso di muovere i suoi passi in anticipo.
Presentando un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), la Cina ha ufficialmente aperto un nuovo fronte nella guerra commerciale che si respirava nell’aria da settimane.
Questa mossa è stata interpretata come una chiara ritorsione legale contro le misure temporanee adottate a luglio dalla Commissione europea, considerate da Pechino prive di fondamento fattuale e giuridico.
La decisione dell’UE di imporre dazi temporanei sulle auto elettriche provenienti dalla Cina è stata presa dopo un voto consultivo a metà luglio. Dodici paesi membri, tra cui l’Italia, hanno espresso il loro favore verso questa misura protezionistica, mentre undici paesi si sono astenuti e solo quattro hanno votato contro.
Questo scenario riflette la divisione interna all’interno dell’Unione sulla questione dei dazi alle importazioni cinesi. Nonostante le pressioni esercitate da Pechino affinché l’UE corregga quelle che considera “pratiche sbagliate”, Bruxelles sembra non essere disposta a fare marcia indietro.
Pechino contro i Dazi: la risposta della Cina all’Europa
Il ricorso presentato dalla Cina al WTO ha suscitato reazioni diverse a livello internazionale. Da una parte, vi è chi sostiene la necessità per l’Europa di proteggere la propria industria dall’influenza dei sussidi statali cinesi alle loro aziende produttrici di veicoli elettrici; dall’altra parte, vi sono coloro che temono le ripercussioni negative sulla cooperazione economica globale e sulle catene industriali e di fornitura dei veicoli elettrici.
Il vicepresidente della Commissione europea responsabile per il Commercio ha espresso apertura verso una soluzione reciprocamente accettabile ma ha anche sottolineato come sia necessario che sia la Cina a cambiare rotta nelle sue politiche.
Con il ricorso al WTO da parte della Cina, lo spazio per un compromesso tra le due potenze sembra ridursi notevolmente. I negoziati futuri si preannunciano complessi ed incerti soprattutto alla luce delle divisioni interne all’UE riguardo alla posizione finale da assumere nei confronti delle misure protezionistiche proposte. In particolare, sarà interessante osservare come evolverà la posizione della Germania dove attualmente esiste disaccordo tra i membri del governo tripartito guidato da Olaf Scholz sulla linea da tenere in questa disputa commerciale.
Questo scenario evidenzia quanto sia delicata e intricata la trama delle relazioni commerciali internazionali in un contesto globalizzato dove ogni mossa può avere ripercussioni significative non solo sul piano economico ma anche su quello politico-diplomatico.