Nuove norme, inasprimento di sanzioni e configurazione dell’omicidio stradale: così il legislatore ha voluto tutelare la nostra vita in strada.
Con la diffusione dei mezzi di trasporto privati è nata l’esigenza di creare norme che possano tutelare la vita degli utenti delle strade. Ciò è stato possibile sia creando un codice ad hoc che configurando nuovi reati in materia di circolazione stradale.
I primi interventi normativi risalgono all’epoca napoleonica e riguardavano l’obbligo di posa delle pietre miliari (indicatori utilizzati per definire le distanze) nelle strade principali. Ma il primo codice della strada è stato emanato nel 1993. Da questo intervento si sono susseguite varie riforme. Nel 1991 una legge delegò il governo di elaborare un codice in linea con le normative dettate dalla comunità europea. Le norme disciplinavano la circolazione a 360° (dai limiti di velocità, alla segnaletica, ai dispositivi di sicurezza etc). Alla violazione di queste norme consegue l’applicazione di sanzioni sia penali, per i reati (es. omicidio stradale), che amministrative per condotte meno gravi. Ancora oggi si discute su importanti modifiche al codice considerata l’ampia diffusione dell’utilizzo di mezzi privati.
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Omicidio stradale (art. 589-bis c.p.)
Una svolta importante a livello normativo si ebbe a seguito di un dibattito iniziato nel 2008 e concluso con l’introduzione della legge n. 41/2016 sull’omicidio stradale. Ciò per contrastare i numeri, di morti e feriti che ogni giorno vedono le nostre strade. Basti pensare che nel 2019 si sono verificati 172.183 incidenti stradali con 241.384 feriti e 3.173 vittime.
Nel codice penale, all’art 589-bis (omicidio stradale) si distinguono tre situazioni punite con la reclusione :
- da due a sette anni per “chiunque cagioni per colpa la morte di una persona a seguito della violazione di norme che disciplinano la circolazione stradale.”
- da cinque a dieci anni in caso di ubriachezza intermedia (tasso alcolemico superiore ad 0,8 e non superiore a 1,5 g/l)
- da otto a dodici anni nel caso di ubriachezza c.d. grave (tasso superiore a 1,5 g/l) o nel caso di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Lo stesso trattamento sanzionatorio dell’ubriachezza intermedia è applicato ai conducenti che commettono omicidi stradali, per eccesso di velocità o altre situazioni di violazione del codice della strada(es. sorpassi irregolari). Queste ipotesi sono quelle che il legislatore ha voluto più considerare, aumentando le sanzioni, essendo le principali cause di incidenti stradali, nella speranza di porre un freno a queste situazioni.
La normativa del codice della strada ed in particolare dell’omicidio stradale, è nata essendo stata avvertita l’esigenza di una forte tutela della vita e della sicurezza nella circolazione. Ma l’obiettivo principale era, ed è tutt’ora, quello di disincentivare gli utenti a tenere comportamenti che possono portare a delle gravi conseguenze.
Raffaella Pappa
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