L’Unione Europea è intenzionata a inserire nuovi dazi oltre a quelli sulle auto elettriche, l’ultima tassa è destinata a fare ancora discutere
L’avanzata dell’industria dei motori cinese e il boom dei numeri di vendita dei di veicoli provenienti dal paese del Dragone nel nostro continente preoccupa e non poco le istituzioni europee. Le aziende del Paese del Dragone possono contare su un importante sostegno statale e su costi di produzione molto bassi, e riescono dunque a commercializzare automobili dal prezzo bassissimo e difficile da contrastare per le aziende europee, che hanno più volte lamentato la loro complicata situazione.
Le istituzioni continentali si sono già mosse in tal senso. L’intenzione dell’Unione Europea di inserire dei dazi sulle auto prodotte in Cina continua a dividere e a far discutere (oltre alle aziende di Pechino anche alcuni grandi colossi europei, che producono in Asia loro modelli, non apprezzano troppo la decisione), e rappresenta una netta presa di posizione. L’Unione Europea però sembra pronta a rilanciare, questa volta non a riguardo delle auto elettriche ma di un altro importante aspetto legato alla mobilità.
Europa, nuovi dazi in vista
La Cina può vantare un importante mercato anche dal punto di vista dei carburanti e in particolare del biodiesel. L’Unione Europea, però, anche in questo caso sarebbe intenzionata a proteggere il proprio prodotto, e sarebbe pronta a mettere i bastoni tra le ruote alle aziende cinesi, e ad assicurarsi che tra i diversi attori vi possa essere una concorrenza leale.
Dal prossimo 16 Agosto dovrebbero infatti subentrare nuove tasse per quanto riguarda il biodiesel che arriva dalla Cina, che saranno comprese tra il 12,8% e il 36,4% in base alle aziende e ad alcuni criteri. Alla base della decisione, come detto, c’è il garantire una leale concorrenza, messa in discussione in seguito all’indagine anti – dumping effettuata dalle autorità competenti. I produttori europei avevano lamentato irregolarità sui prezzi bassi importati dalla Cina.
Da li, dunque, secondo quanto si legge su Ansa, la decisione di tassare i produttori asiatici, in particolare del 12,8% il gruppo EcoCeres, 25,4% il gruppo Zhuoyue, 36,4% per il gruppo Jiaao. Chi si è reso utile all’inchiesta avrà poi dazi del 23.7%, mentre in caso contrario il contributo da versare sale al 36,4%. Una stangata non da poco per le aziende cinesi, che in Europa hanno esportato 1,8 milioni di tonnellate di biodiesel, circa il 90% del numero totale delle vendite all’estero effettuate.