La sentenza della Cassazione ha fatto esultare tutti gli automobilisti: ora le multe inflitte con questi autovelox diventano nulle.
Le autorità stanno attuando una serie di misure per cercare di limitare il più possibile l’alta velocità su strada. Gli ultimi report hanno fatto emergere che uno dei motivi alla base dei tantissimi incidenti che ancora si verificano sulle strade italiane – di cui una buona parte con conseguenze gravi – è proprio il non rispetto dei limiti di velocità. Ecco perché nelle città e anche nelle strade extraurbane si vedono sempre più autovelox, ovvero quei dispositivi di rilevamento della velocità che vengono generalmente posti ai lati della carreggiata.
Se un veicolo supera il limite di velocità viene sostanzialmente ‘beccato’ dall’autovelox, in grado di registrare la targa del mezzo e l’orario del passaggio. Gli automobilisti che passano davanti al dispositivo a velocità superiori rispetto a quelle consentite dalla legge ricevono a casa una multa che può essere anche molto pesante.
Tuttavia esistono dei modi per fare ricorso contro questa sanzione. In particolare, il conducente può puntare all’annullamento della multa per eccesso di velocità se questa è stata rilevata da un autovelox approvato ma non omologato. La recente sentenza della Corte di Cassazione ha dato torto al Comune di Treviso, che riteneva invece fosse valido il verbale con cui era stato accertato il superamento del limite di velocità da parte di un automobilista (viaggiava a 97 km/h con un limite di 90).
Addio multe autovelox: la sentenza della Cassazione è storica
L’infrazione era stata individuata con un apparecchio Red & Speed-Evo-L2, che aveva ricevuto regolarmente l’approvazione ma non l’omologazione. Per il Tribunale di Treviso questo accertamento non può essere valido. E’ stato infatti sottolineato che omologazione e approvazione sono due concetti ben distinti. L’omologazione del dispositivo fa sì che possa essere riprodotto in serie un apparecchio che ha superato i test in laboratorio e che è pertanto pronto a essere utilizzato garantendo precisione e una perfetta funzionalità.
Il Codice della Strada, come evidenziato sempre dalla Cassazione, parla chiaro: l’articolo 45 comma 6 chiarisce proprio questo aspetto. Il Comune di Treviso ha provato ad appellarsi alle circolari ministeriali che hanno provato a equiparare i due concetti di omologazione e approvazione, ma il Tribunale ha ribadito che i due termini sono diversi sia per forma che per sostanza.
Ecco perché le multe inflitte con questo autovelox – e con altri soltanto ‘approvati’ ma non ‘omologati’ – sono da considerarsi illegittime. Gli automobilisti possono quindi presentare ricorso entro 60 giorni dal ricevimento del verbale dinanzi al Prefetto oppure entro 30 giorni dinanzi al giudice di pace.