Un altro marchio tedesco sotto la lente d’ingrandimento. Cosa sta succedendo in Mercedes e perché una sentenza appena uscita potrebbe essere davvero importante
Brutte notizie per il Gruppo Mercedes. Una sentenza della Corte d’Appello di Stoccarda non lascia spazio a dubbi e fa ripiombare l’automotive germanico nel caos dopo quanto avvenuto in passato con Volkswagen. Correva l’anno 2017 quando uno dei principali colossi automobilistici del Paese veniva accusato di aver falsificato i dati relativi alle emissioni inquinanti dei suoi veicoli diesel.
All’epoca la Volkswagen era reduce da un periodo vincente nelle competizioni, in particolare nel Mondiale Rally dove ha dominato nella stagione di debutto, ovvero il 2013 fino alla sua uscita di scena avvenuta proprio in corrispondenza delle vicende giudiziarie citate.
Ebbene, ora una situazione non dissimile potrebbe proporsi anche per la Mercedes anche se, al momento, non quell’ampiezza. Ma cosa è successo veramente? E perché il brand della Stella a tre punte rischia grosso?
Stando a quanto riportato dal sito Bloomberg, i modelli GLC e GLK sarebbero diventati oggetto di una class action intentata da un collettivo di consumatori, tale VZBV. Circa 2.500 persone avrebbero accusato il produttore di aver modificato i propulsori a gasolio per eludere le regole relative alle emissioni nocive.
Da quanto si apprende, nonostante i Giudici finora abbiano dato ragione agli appellanti non è stato previsto alcun risarcimento per loro. Per ottenere del denaro direttamente dalle casse del gigante automobilistico ognuno degli automobilisti dovrà agire legalmente in maniera individuale. Dunque oltre al danno la beffa, considerato che intentare una causa significa tirare fuori soldi di tasca propria.
E’ chiaro tuttavia che la sentenza a danno di Mercedes non è un buon biglietto da visita per lo stesso brand, specialmente in un momento di transizione ecologica come quello che sta vivendo l’Europa, in cui l’attenzione per le questioni ambientali è in crescita e i carburanti classici sono sempre più demonizzati.
Dal canto suo il costruttore ha replicato respingendo ogni accusa. Anzi ha reso noto che ricorrerà in appello nella speranza di ribaltare il primo grado e dimostrare come abbia agito in piena correttezza e nel rispetto della normativa vigente sul quantitativo di CO2 rilasciato. E’ importante specificare la natura dell’imputazione. Indiziate sono state le vetture in precedenza nominate, e in linea con la classe Euro 5 introdotta nel 2009 e con la più recente Euro 6, in vigore dal 2014.
Per adesso non è dato sapersi quali saranno le conseguenze effettive della presunta manipolazione delle emissioni. Di certo, dopo un lungo processo la competitor era stata condannata nel 2020 all’esborso di 830 milioni di euro, senza contare i danni di immagine che la vicenda le ha inflitto e l’obbligo a mettere da parte i progetti nelle competizioni per far fronte ai risarcimenti. Strascichi di quella vicenda giudiziaria che in VW, dunque, ancora si fanno sentire.
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