Una mossa, decisa da Bruxelles in risposta alle accuse verso Pechino riguardanti aiuti di Stato illegittimi, prevede aumenti tariffari fino al quasi 40% su alcuni modelli.
Il 4 luglio segna un punto di svolta per il mercato automobilistico europeo con l’introduzione di dazi sulle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina.
Nonostante la contrarietà espressa da diversi Stati membri, tra cui la Germania che paventa le ripercussioni su consumatori e possibili ritorsioni cinesi, i dazi sono stati impostati in via provvisoria.
La questione dei dazi ha evidenziato una spaccatura all’interno dell’Unione Europea: mentre Francia e Italia si mostrano favorevoli all’imposizione delle tariffe, la Germania si oppone fermamente. La maggior parte degli altri Paesi è ancora indecisa sul da farsi. Il dibattito interno all’UE riflette non solo divergenze economiche ma anche strategie differenti nel gestire le relazioni commerciali con uno dei principali partner globali.
Questo scenario complesso mette in evidenza quanto sia delicato il bilancio tra protezionismo economico e necessità di mantenere stabili relazioni commerciali internazionalmente competitive nell’era della transizione energetica globale.
Costi produzione auto crescono se introdotti i dazi contro la Cina
L’introduzione dei dazi non colpisce solamente i produttori cinesi, ma anche marche europee e statunitensi che producono veicoli in Cina per l’esportazione verso l’Europa. Aziende come Tesla e BMW vedranno applicate tariffe significative sui loro modelli esportati dalla Cina, con Tesla che potrebbe ricevere un’aliquota individualmente calcolata a novembre quando verranno definitivamente impostati i dazi.
Mentre le tariffe preliminari entrano in vigore, proseguono intensamente le trattative tra Unione Europea e Cina per cercare una soluzione bilaterale che soddisfi entrambe le parti. La decisione finale sui dazi compensativi sarà presa solo a novembre dopo un voto consultivo dei membri del Consiglio UE previsto nelle prossime settimane.
Le imprese tedesche stanno facendo pressione su Bruxelles affinché rinunci ai previsti dazi contro la Cina. L’associazione automobilistica tedesca Vda teme danneggiamenti per le case automobilistiche europee ed americane che esportano dalla Cina oltre al rischio di ritorsioni da parte di Pechino.
Anche Oliver Zipse, amministratore delegato di BMW, ha espresso preoccupazione sostenendo che tali misure danneggerebbero il settore globale dell’auto limitando l’offerta di veicoli elettrici in Europa senza contribuire a rafforzare la competitività dei produttori europei.