Il mondo dell’auto vive un periodo di grande trasformazione e al centro di questo dibattito c’è la Maserati, un marchio storicamente rappresentativo del lusso e della prestigiosità automobilistica italiana.
Recentemente, il leader di Azione, Carlo Calenda, si è recato a Modena, precisamente nella storica sede di Maserati, per tracciare un quadro allarmante delle attuali condizioni dell’azienda. Sconfortanti i dati sulla produzione e le vendite, come se quel simbolo di eccellenza stesse lentamente svanendo nel nulla.
Nella visita di Calenda, l’ex ministro ha colto l’occasione per riflettere sull’ingresso storico della fabbrica. “Questo è l’ingresso storico della fabbrica Maserati” racconta Calenda, mentre osserva il contesto in cui un tempo risuonavano i rumori delle auto di lusso in fase di produzione. Ha ricordato che con la recente riqualificazione, l’area ha subito profondi cambiamenti, ma alcuni spazi, visibili da lì, rappresentano il passato glorioso del marchio. La Ferrari, quando acquistò Maserati, si trovò di fronte a una sfida, una sfida che ha fatto parte della vita professionale di Calenda che ha lavorato per rilanciare il brand Ferrari negli Stati Uniti.
Calenda racconta di un tempo in cui Ferrari e Maserati si intrecciavano in un percorso di innovazione e vendita, ma avverte anche sull’incertezza che avvolge Maserati. I brand devono essere alimentati da investimenti e visioni forti ma ora si prospettano scelte incomprensibili per un marchio che, già in difficoltà, si è visto privato delle risorse necessarie per una crescita sostenibile.
Dati preoccupanti: perdita di produzione e vendite
Nel corso della visita, Calenda ha portato alla luce dati particolarmente critici. Maserati oggi presenta una perdita del 70% nella produzione, un dato che spiega in modo chiaro quanto la situazione attuale sia lontana da quella di un tempo. “Le attività di Ricerca e Sviluppo che dovevano essere posizionate qui sono state svuotate” afferma, rimarcando il fatto che i tre stabilimenti non hanno più un futuro sicuro. Con una produzione scesa a meno di 600 auto, il marchio che una volta era un vanto nazionale si trova in una situazione precaria.
Le difficoltà non si limitano solo alla produzione: il mercato ha visto anche un crollo significativo della quota di mercato. Recuperare un terreno perduto è diventato un’impresa ardua, quasi impossibile. Calenda mette in evidenza che senza una strategia innovativa il marchio non avrà mai la possibilità di risollevarsi. L’assenza di visione e investimento ha portato Maserati a un vergognoso isolamento, privato della sua identità di eccellenza italiana.
La triste sorte di un marchio storico
L’intervento di Calenda è intriso di passione, ma anche di rassegnazione. Descrive Maserati come un esempio di “insensatezza”. Un simbolo, un marchio che avrebbe potuto diventare la Porsche italiana, ora è di fatto emarginato e trascurato. La nostalgia per tempi migliori avvolge il discorso di Calenda: ricorda un’epoca in cui Maserati era sinonimo di innovazione e design. “Il mio cuore piange” afferma, senza mezzi termini. È difficile non sentirne la pesantezza: pensare alle ore spese in questa fabbrica, ai successi ottenuti, alle maestranze che hanno dato tutto per questo marchio.
Le immagini di capannoni riempiti da macchine e di cani randagi vaganti tra i palazzi evocano esseri emozionanti che non possono essere ridotti a semplice nostalgia. È evidente che Maserati meriterebbe un trattamento differente, un investimento mirato e una revisione strategica. Eppure, la sensazione è che il potenziale rimanga inespresso, una specie di potenza dormant che non trova il modo di risollevarsi.
Un confronto difficile: le parole di Tavares
A chiudere il quadro, Calenda menziona l’incontro con il CEO di Stellantis, Carlos Tavares. Durante un’audizione, l’ex ministro ha messo in luce la difficile situazione di Maserati, ma le risposte ricevute non sembrano aver rassicurato nessuno. Tavares ha invitato Calenda a visitare lo stabilimento, ma le richieste avanzate non hanno avuto seguito, lasciando un retrogusto di incomprensione e mancanza di interesse per il futuro di un marchio così prestigioso. Tavares, ha lasciato a molti l’impressione di un approccio superficiale e distante, come se le radici storiche di Maserati non meritassero la giusta attenzione.
La situazione non si presenta rosea e le ombre su Maserati diventano sempre più evidenti. La speranza è che si possa tornare a scrivere una nuova storia per un marchio amato da tanti, prima che sia troppo tardi.