Da sempre la Lamborghini è uno dei grandi orgogli italiani, ma da Sant’Agata Bolognese non si è puntato solo sul Made in Italy.
Viviamo in un periodo storico dove si sta parlando moltissimo del concetto di Made in Italy e della sua importanza nel mercato globale automobilistico. Lo si vede per esempio con il caso legato a modelli come la FIAT Topolino, bloccata a Livorno per avere il Tricolore benché prodotta in Marocco, o il cambio di nominativo dell‘Alfa Romeo da Milano a Junior perché nata in Polonia.
Magari a ben guardare si può anche dire che la “maggiore traditrice” è proprio la Lamborghini in questo senso, dato che è un punto di forza del mondo del Gruppo Volkswagen. La casa emiliana ha però dimostrato di portare in alto il Tricolore con una serie di modelli che hanno scritto la storia, anche se non tutte le componenti erano italiane.
Una di queste è per esempio la Diablo, un’auto che ha visto la luce per la prima volta nel 1990. Siamo di fronte a un mito assoluto per un’intera generazione, infatti negli anni ’90 era molto richiesta, prima di lasciare spazio alle novità nel proprio settore a partire dal 2001, ma in questa versione vi era anche una peculiarità.
Con la Lamborghini Diablo siamo di fronte a un coupé eccezionale che si presenta con una lunghezza di 446 cm, una larghezza da 204 cm e un’altezza da 110 cm. Ne furono vendute complessivamente 2903 esemplari nel corso della propria storia, con il motore iniziale che era da 5707 di cilindrata in grado di erogare 492 cavalli. In questo modo era un veicolo in grado di toccare i 325 km/h, con il passaggio da 0 a 100 km/h che avveniva in soli 4,1 secondi.
Non tutto però era italiano all’interno di questo innovativo modello, tanto è vero che la Lamborghini decise di utilizzare dei fari molto particolari. Si scelse così di dare vita a un’auto con fari derivati dalla Nissan 300ZX, con questo che però era legato solo all’ultimo aggiornamento della Lamborghini Diablo del 1999.
Per diverso tempo era un mito e una leggenda questa diceria sui fari della Lamborghini marchiati Nissan, ma di recente lo hanno confermato anche da alcuni proprietari. La scelta, secondo quanto riportato da carscoops.com, era probabilmente legata alla volontà di risparmiare qualcosa. D’altra parte in casa Lamborghini si stava già pensando alla Murcielago seguente e la Nissan rimane un marchio di eccellente caratura.
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