Bisogna prestare attenzione al pagamento del Bollo Auto, potreste incorrere in una pesante multa anche dopo averlo pagato: ecco quando.
Insieme al Canone Rai, il Bollo Auto è una delle tasse percepite comunemente come la più iniqua. Di fatto si tratta di una tassa sul possesso dell’automobile, ancora oggi considerata in ogni caso un bene di lusso. In un momento storico in cui la casa è stata finalmente sgravata della tassa di possesso (l’Imu) ad eccezione dei casi in cui se ne possieda più d’una o quella in cui si abita è una casa di lusso, ci si chiede come mai non venga fatto lo stesso ragionamento per le auto.
D’altronde nella maggior parte dei casi un’auto per famiglia è necessaria, in alcuni casi anche averne due è tutt’altro che un lusso che il cittadino si vuole togliere. Ci sono infatti zone del nostro Paese poco servite dai trasporti pubblici e città intere in cui il sistema di trasporto pubblico è talmente inefficiente da obbligare il cittadino ad acquistare un’auto. Questo senza considerare quelle professioni che richiedono il possesso di un veicolo o spostamenti giornalieri in zone non servite da treni e pullman pubblici.
Ma al di là delle considerazioni di natura economico-politica, attualmente il Bollo Auto è una tassa obbligatoria e va pagata ogni anno, generalmente entro il mese di immatricolazione del veicolo, oppure di acquisto nel caso in cui sia un’auto di seconda mano e sia stata reimmatricolata dal concessionario che ce l’ha venduta.
L’ammontare del bollo varia in base alla cilindrata del mezzo che possediamo, alla classe ecologica a cui appartiene e alla regione in cui siamo residenti. Questo perché a riscuotere il bollo non è lo Stato centrale, ma sono le singole amministrazioni regionali. Di fatto, dunque, ciascuna regione potrebbe decidere di sospendere il pagamento di questo tributo.
Attenzione, anche se pagate il bollo rischiate una multa: ecco in quale caso
Essendo una delle tasse più invise, è anche una di quelle più evase dagli italiani. Di tanto in tanto l’Agenzia delle Entrate dà avvio ad una campagna di recupero crediti come quella iniziata negli anni scorsi che tutti gli italiani hanno avuto modo di conoscere quando sono giunte le tanto odiate cartelle esattoriali.
Qualora non si paghi il Bollo Auto, infatti, presto o tardi potrebbe arrivare una di queste cartelle tramite le quali l’AdE richiede il pagamento compreso di maggiorazioni e mora. Il cittadino che non ha potuto onorare la tassa o ha dimenticato di farlo può provvedere dunque al pagamento della cartella esattoriale, richiedendo la rateizzazione o la rottamazione (qualora sia prevista dal governo come in questo periodo).
Ma cosa succede se la cartella esattoriale che arriva a casa riguarda un bollo che abbiamo pagato? Purtroppo l’onere della prova ricade sul cittadino e per dimostrare di aver pagato il bollo bisogna possedere la ricevuta di pagamento che lo attesta. Per questa ragione è sempre bene conservare le ricevute di pagamento, utili a scongiurare sia multe che richieste di arretrati.
Le ricevute vanno conservate per almeno 4 anni. Il bollo non pagato infatti cade automaticamente in prescrizione superati i 3 anni dal mancato pagamento, periodo di tempo che viene calcolato a partire dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuta la tassa.