Una Fiat Panda molto particolare veniva presentata oltre 30 anni fa e oggi è un vero oggetto del desiderio dei collezionisti
Fiat Panda è una delle automobili più vendute di sempre in Italia, con quasi mezzo secolo di storia alle spalle. Tutt’oggi ancora in produzione, la citycar piemontese nacque nel lontano 1980 dalla geniale matita di un giovane Giorgetto Giugiaro, che seppe darle la forma squadrata e iconica protrattasi fino al debutto della versione del nuovo millennio. La chiave del suo successo è stata la capacità di combinare diverse esigenze richieste dalla famiglia media italiana, ossia una vettura economica ma nel contempo spaziosa e affidabile.
Dalla prima serie fino a quella recentemente presentata, le versioni di Fiat Panda che si sono succedute sono state una infinità, considerando anche le versioni speciali e quelle a tiratura limitata. Fra queste ce n’è una prodotta negli anni ’90 che risulta oggi essere davvero introvabile e si è trasformata in un vero oggetto del desiderio dei collezionisti e degli appassionati del modello. La caratteristica principale di questa speciale edizione è la sua capacità di aver anticipato i tempi con soluzioni innovative per l’epoca.
Alla scoperta della Panda Elettra
Quando parliamo di automobili elettriche ci rivolgiamo ai tempi attuali, in cui il tema impellente dell’inquinamento globale e delle nostre città è senza ombra di dubbio un problema urgente che necessita di soluzioni immediate. Eppure l’idea di associare la propulsione elettrica alle automobili non è una trovata dell’ultimo decennio, infatti la Fiat fu una precursora nell’adottare questo tipo di soluzione proprio sulla piccola utilitaria italiana, nella versione denominata Panda Elettra.
Nel 1990 Fiat presentava la nuova Panda Elettra, ossia la prima automobile full electric prodotta in serie da un costruttore di livello mondiale. La Panda era la solita citycar, ma al posto del classico motore Fire 750 litri i tecnici Fiat installarono un motore elettrico di 9,2 kW di potenza. L’energia veniva immagazzinata in ben dodici batterie al piombo da 6V posizionate in parte minore del vano motore e in maggioranza sul fondo del bagagliaio.
Considerando la modernità del progetto i numeri erano di tutto rispetto. Parliamo di 70 Km/h di velocità massima e 100 Km di autonomia con una media oraria di 50 Km/h. Era addirittura dotata di un futuristico sistema di recupero dell’energia in fase di discesa e frenata ed era possibile ricaricarla direttamente dalla presa domestica. Due anni più tardi venne anche migliorata, con batterie al nickel-cadmio e un motore di 17,7 kW di potenza e resterà in produzione fino al 1998.