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Brutte notizie per gli automobilisti europei: il prezzo del Diesel è destinato ad aumentare nei prossimi anni a causa delle politiche dell’Unione Europea sulla decarbonizzazione.
Un recente studio condotto da Veyt, una società di analisi del mercato del carbonio, ha rivelato che i fornitori di carburante saranno obbligati ad acquistare delle quote in un’asta per coprire le loro emissioni inquinanti a partire dal 2027.
Questo meccanismo porterà inevitabilmente a un costo aggiuntivo che, molto probabilmente, verrà trasferito sui consumatori finali.
L’aumento previsto dei prezzi del Diesel rappresenta una sfida significativa sia per i consumatori sia per l’economia europea nel suo complesso.
La gestione equilibrata tra necessità ambientali e impatti economico-sociali sarà cruciale nei prossimi anni.
Il cuore della questione risiede nel nuovo sistema di scambio di quote di emissione (ETS2), introdotto dall’UE con l’intento di ridurre progressivamente le emissioni inquinanti provenienti dai trasporti e dagli alloggi. Questo sistema fa parte di un piano più ampio mirato a diminuire le emissioni di gas serra dell’Unione Europea del 55% entro il 2030.
Secondo quanto riportato dal documento ufficiale dell’UE: “Saranno i fornitori di carburante, piuttosto che i consumatori finali come le famiglie o gli automobilisti, a essere tenuti a monitorare e segnalare le proprie emissioni”. Tuttavia, è probabile che questi costi aggiuntivi si riflettano sul prezzo finale al consumo.
La previsione fatta da Veyt indica un aumento significativo dei prezzi alla pompa: si stima che al 2027 il costo del Diesel possa crescere fino a 14 centesimi al litro e raggiungere addirittura i 54 centesimi al litro nel 2031.
Per dare un esempio concreto relativo all’Italia, considerando il prezzo medio al litro del gasolio nel 2023 pari a circa €1,79, si potrebbe assistere a una salita oltre €1,84 al litro nei prossimi anni.
L’introduzione dell’ETS2 non solo influenzerà i prezzi alla pompa ma avrà anche ripercussioni economiche e sociali più ampie.
Parte dei ricavi derivanti dalle aste delle quote sarà destinata al finanziamento di un fondo sociale per il clima. Questo fondo è pensato per supportare famiglie e imprese che incontrano maggior difficoltà nell’adeguarsi alle nuove normative sull’efficienza energetica e nella transizione verso pratiche più sostenibili.
Nonostante queste misure compensative, la pressione sui prezzi dei carburanti potrebbe avere effetti negativi sul potere d’acquisto dei consumatori europei e sulla competitività delle imprese già alle prese con la transizione ecologica.
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