L’industria automobilistica italiana potrebbe presto vivere una rivoluzione con l’arrivo di costruttori cinesi pronti a investire nel Bel Paese.
Questa prospettiva non solo risponde alle ambizioni del Governo italiano di incrementare la produzione nazionale di auto, ma offre anche una soluzione al progressivo disimpegno di Stellantis, che ha suscitato tensioni tra il colosso franco-americano e l’Esecutivo.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza del rilancio dell’auto in Italia, richiamando Stellantis alle sue responsabilità verso il paese che ha visto nascere Fiat.
L’Italia si propone come terreno fertile per gli investimenti cinesi grazie alle zone economiche speciali nel Mezzogiorno, offrendo incentivi fiscali e semplificazioni amministrative. Anche Torino gioca un ruolo chiave con l’ex impianto Maserati Giovanni Agnelli ancora disponibile per nuovi proprietari.
La posizione geografica dell’Italia rappresenta un vantaggio logistico non indifferente per i costruttori cinesi, permettendo loro di accedere facilmente al mercato europeo ed evitare i recenti dazi su auto elettriche impostati da Bruxelles.
Auto cinesi costruite in Italia: un nuovo orizzonte industriale
Il Governo italiano è impegnato in trattative avanzate con Dongfeng per la realizzazione di uno stabilimento produttivo che servirebbe come hub europeo. Queste discussioni sono state centrali nelle recenti mission diplomatiche in Cina da parte del ministro Urso e della presidente del consiglio Giorgia Meloni, culminate nella firma di un memorandum d’intesa per una collaborazione industriale tra i due paesi. Inoltre, è stata annunciata una partnership strategica tra EuroGroup Laminations ed Hixih Rubber Industry Group, rafforzando ulteriormente i legami industrial-commerciale tra Italia e Cina.
Massimo Di Risio ha proposto un piano ambizioso per espandere il sito produttivo di Macchia d’Isernia con l’introduzione di nuovi impianti dedicati all’assemblaggio completo dei veicoli termici, ibridi ed elettrici progettati da giganti automobilistici cinesi quali Chery, Baic e Dongfeng. Questa mossa permetterebbe non solo di aggirare i dazi europee su prodotti Made in China ma anche di creare postazioni lavorative localmente contribuendo alla crescita economica regionale.
Non solo le aziende cinesi mostrano interesse verso l’Italia; anche Aehra, startup italo-americana specializzata in vetture elettriche ad alta gamma prevede la costruzione del suo impianto industriale a Mosciano Sant’Angelo (Teramo). Con un investimento stimato in 1,2 miliardi euro coperto parzialmente dal Fondo Automotive dello Stato italiano questo progetto promette la creazione di almeno 650 postazioni lavorative su una superficie superiore ai 200 mila metri quadrati.