Il governo contro la Fiat: la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha criticato l’azienda italiana del gruppo Stellantis per le sue strategie.
Ancora accuse contro Stellantis, la holding automobilistica della famiglia Agnelli che controlla anche la Fiat, oltre a numerose altre aziende del settore a livello europeo. Il colosso dell’automotive torna al centro delle critiche dopo le sue ultime decisioni strategiche, e se la deve vedere anche con il parere avverso del governo italiano. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha nuovamente ribadito le sue rimostranze nei confronti dell’azienda diretta da John Elkann.
Per vocazione politica, l’attuale esecutivo italiano ha sempre detto di volersi concentrare sul “made in Italy” e quindi sul rilancio dell’economia locale, da tempo in affanno. Ma la questione della Fiat resta al centro del dibattito, soprattutto in questi giorni e dopo le ultime decisioni da parte della casa automobilistica torinese. Proprio la scorsa settimana i sindacati hanno duramente contestato l’estensione della cassa integrazione nello stabilimento torinese di Mirafiori.
Le accuse contro la Fiat e Stellantis sono ormai bipartisan, tanto che negli scorsi giorni anche Carlo Calenda, segretario del partito centrista Azione, aveva contestato apertamente le strategie dell’azienda. In particolare la sensazione, supportata da molti fatti, che la casa automobilistica stia concentrandosi sempre meno sull’Italia, per spostare all’estero la sua produzione. Una decisione che ha evidenti contraccolpi negativi sul sistema Italia, a livello economico e occupazionale.
Adesso anche la Presidente del Consiglio torna ad attaccare l’azienda italo-olandese. Se da un lato ha detto di voler costruire un “rapporto equilibrato” con Stellantis, dall’altro la leader del governo ha ribadito di voler anche “difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l’indotto dell’automotive”. Questo è avvenuto durante il question time in parlamento, con Meloni che è andata a illustrare alcune delle iniziative dell’esecutivo per incentivare la produzione nel nostro paese e scoraggiare la delocalizzazione.
L’obiettivo è di tornare a produrre in Italia “almeno 1 milioni di veicoli all’anno”, sostiene il governo. Tra le mosse adottate, c’è per esempio quella di obbligare chi vuole vendere un’automobile come un “prodotto italiano” dovrà averla prodotta effettivamente nel nostro paese. Ma non è solo Stellantis a essere sotto attacco. Infatti l’opposizione contesta alla stessa Meloni e alla sua maggioranza di non essere stati in grado di far rispettare all’azienda automobilistica gli impegni presi col governo.
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