Il brand sembrava essersi lanciato nella sfida ai più grandi costruttori al mondo con idee innovative. Ora ha annunciato l’incredibile arresto alla produzione.
Non tutte le innovazioni, in tema di automobili, sono destinate a durare. La crisi dell’industria 2.0 sta già mettendo spalle a muro diversi marchi, nati con l’obiettivo di ritagliarsi uno spazio nella corsa all’oro elettrico. La concorrenza asiatica e lo scarso appeal delle EV in molti Paesi al mondo hanno messo in ginocchio un nuovo produttore.
Eppure il brand Fisker era partito con il botto. Nato per mettere i bastoni tra le ruote alla Tesla, aveva trovato nella Karma un primo importante successo commerciale. La sportiva vettura elettrica venne presentata al Salone dell’automobile di Detroit, nel gennaio del 2008, ma la produzione iniziò in Finlandia solo nel 2011.
Le cose non andarono per il verso giusto e facoltosi progressisti che avevano acquistato la vettura avevano palesato dei gravi problemi tecnici. Il problema stava negli accumulatori. L’azienda ha chiuso i battenti nel 2013, finendo nelle mani dell’azienda cinese Wanxiang. Con il nome Karma Revero, nel 2017, l’auto ha ripreso la produzione, scommettendo su due motori elettrici A123 con celle al litio al nanofosfato da 20 chilowattora posti nella sezione posteriore e di un generatore a benzina dalla cilindrata di 2.0 litri, sovralimentato da 260 CV.
La vettura, finalmente, poteva vantare numeri importanti, presentando una autonomia di 480 km. Lo 0 a 100 km/h risultava coperto in 7,9 secondi, mentre la velocità massima sfiorava i 200 km/h. Sulla base di questo progetto, le caratteristiche dei futuri modelli sarebbero dovute essere: telaio in alluminio, tecnologia all’avanguardia con un sistema a bordo con pannello interattivo, comandi elettrici e chiave wireless. Per l’azienda fondata da Henrik Fisker e sua moglie Geeta Gupta-Fisker le brutte notizie non sono ancora finite.
Le idee alla casa statunitense non sono mai mancate, ma i finanziamenti sì. La Fisker ha depositato brevetti relativi alla tecnologia delle batterie a stato solido per l’utilizzo nel settore automobilistico e nell’elettronica di consumo. Il 13 luglio 2020 la Fisker è stata quotata alla Borsa di New York attraverso una fusione con la Spartan Energy Acquisition Corp, sostenuta dalla società di private equity Apollo Global Management. Stabilità economica? Neanche per sogno perché sono solo aumentate le voci di una bancarotta imminente.
Ora è giunta la notizia di uno stop di 6 settimane alla produzione del SUV Fisker Ocean. Sarebbe dovuto essere il punto di svolta in un settore sempre più affollato, ma l’azienda è alla ricerca di nuovi finanziatori per completare l’opera. Secondo quanto riportato su Motorisumotori.it si sarebbe fatto avanti un finanziatore che avrebbe messo a disposizione 15 milioni di dollari.
Il denaro verrebbe garantito sotto forma di obbligazioni convertibili, soggette a interessi nella fase del rimborso, e condizionate alla presentazione da parte di Fisker di un rapporto finanziario dettagliato. Questo finanziamento dovrebbe avvenire in quattro tranche. La situazione si è fatta molto critica. I rumor parlano di un futuro accordo con Nissan che sarebbe pronta a fare suo il brand per 400 milioni di euro e a salvarli dalla bancarotta. Il SUV full electric, probabilmente, riprenderà la produzione quando verrà formalizzato l’accordo con il colosso giapponese. In futuro arriverà anche un pick-up, ma per ora la crisi è l’unica certezza per i vertici della Fisker.
Anche tu hai difficoltà a ricordare dove parcheggi, non è vero? Questa app risolve il problema…
Honda Africa Twin, ecco il modello mini che fa impazzire a dir poco gli appassionati.…
I camper sono molto apprezzati, soprattutto da chi ama fare viaggi. Questo in particolare lo…
Ma quale SUV o fuoristrada, questo è un vero e proprio mezzo da guerra! Puoi…
Ma quali Ferrari, Porsche e Lamborghini, questa supercar arriva da un posto dove non ti aspetteresti…
Una supercar ha fatto una fine terribile. Nessuno si sarebbe mai aspettato che finisse in acqua…