Queste automobili sono state dei veri flop. I motivi che rendono questi modelli operazioni fallimentari.
Nell’affascinante mondo dell’automobilismo, l’obiettivo primario delle case automobilistiche è quello di produrre veicoli che non solo affascinino il pubblico ma, prima ancora, che generino anche profitti sostanziosi. Tuttavia, la storia ci ha mostrato che non sempre questo obiettivo è stato raggiunto. Alcune automobili, nonostante l’impegno profuso dai costruttori, una concerne moderna ed un design accattivante, si sono rivelate dei veri e propri flop finanziari per i produttori. Queste auto, anziché riempire le casse delle aziende, hanno provocato perdite talmente ingenti da mettere a rischio la loro sopravvivenza.
Un esempio emblematico è la Lincoln Continental Mark II, introdotta dalla Ford Motor Company nel 1956. Questo veicolo di lusso, creato per mostrare l’ingegneria d’eccellenza di Ford, aveva un prezzo esorbitante per l’epoca: 10.000 dollari, equivalenti a circa 100.000 dollari di oggi. Nonostante fosse un’auto di serie estremamente costosa, Ford perdeva denaro su ogni unità venduta, portando alla fine della sua produzione già nel 1957. Questo fallimento non solo portò perdite finanziarie ma influenzò anche la reputazione della casa automobilistica americana.
Nel nostro paese abbiamo assistito ad un’operazione di questo tipo con la Fiat Stilo, una vettura bella, ben accessoriata, molto moderna. L’idea di Fiat di competere con un mostro sacro come la Volkswagen Golf, però, si rivelò presto troppo audace: la casa perdeva migliaia di euro per ogni unità prodotta e alla fine, le vendite non furono sufficienti a rendere il modello un successo con la casa che perse miliardi, da questo progetto.
Honda insight: tecnologia senza profitti
La Honda Insight, introdotta nel 1999, rappresenta un altro caso di innovazione tecnologica che non ha portato a un successo economico. Essendo la prima auto ibrida del marchio giapponese, prometteva un consumo di carburante estremamente basso. Tuttavia, i costi elevati dello sviluppo tecnologico e la svalutazione dello yen giapponese portarono Honda a perdere denaro su ogni unità venduta. Questo caso sottolinea come anche le tecnologie più avanzate possano non tradursi immediatamente in profitti.
L’Audi A2 è un altro esempio di un’auto innovativa che non è riuscita a conquistare il mercato. Prodotta tra il 1999 e il 2005, questa vettura con carrozzeria in alluminio era destinata a competere con la Mercedes-Benz Classe A. Tuttavia, le vendite furono deludenti e Audi finì per perdere circa 7.500 euro per ogni vettura venduta. Questo dimostra che l’innovazione materiale, come l’uso dell’alluminio, non è sempre sufficiente a garantire il successo commerciale.
Il fallimento del marchio Edsel
Ford ha sperimentato un ulteriore insuccesso con il marchio Edsel, lanciato nel 1958. Questo progetto si rivelò disastroso, con le auto costruite dal marchio che presentavano numerosi problemi tecnici e non riuscivano a catturare l’interesse del pubblico; non è tutto perché le vetture avevano un’estetica discutibile, con una brutta mascherina frontale sul radiatore che i critici attaccarono senza pietà! Nel 1960, il marchio fu chiuso, lasciando Ford con perdite di 350 milioni di dollari, equivalenti a più di 3.000 miliardi di dollari attuali.
La Volkswagen Phaeton, prodotta tra il 2002 e il 2016, è un altro esempio di un’auto di lusso che non è riuscita a generare i profitti sperati. Nonostante fosse un veicolo di alta gamma equiparabile a un’Audi A8, la Phaeton non riuscì a sedurre il pubblico e Volkswagen perse circa 28.000 euro per ogni auto venduta. Ancora una volta, vediamo come il lusso e la qualità non siano sempre sinonimi di successo commerciale. Una dura lezione che, molti di questi produttori, hanno imparato con le cattive!