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Gordon Murray: il genio rivoluzionario (quasi) sconosciuto

Gordon Murray, ingegnere sudafricano ex progettista e direttore tecnico dei team di Formula 1 Brabham e McLaren, è una delle menti più geniali che il mondo del motorsport abbia mai conosciuto.

Nell’agosto 2020, la casa automobilistica britannica GMA (Gordon Murray Automotive) ha presentato il progetto T50. Si tratta una vettura ad alte prestazioni che verrà prodotta in 100 esemplari a partire dal 2022 e sarà venduta alla modica cifra di 2,6 milioni di sterline.

Questa vettura fa suoi i concetti di efficienza aerodinamica e riduzione del peso, è costruita su un telaio in carbonio e non presenta appendici aerodinamiche a vista. Gran parte della deportanza è prodotta da un gigantesco ventilatore posteriore alimentato da un motore elettrico da 48 volt.

Fonte: www.motor1.com

Molti degli escamotage tecnici adottati per la progettazione di questa vettura vengono dal mondo della Formula 1 e fanno tutti capo al nome di Gordon Murray, ingegnere sudafricano ed ex progettista e direttore tecnico dei team Brabham e McLaren.
Il nome di Murray è a molti sconosciuto, soprattutto i più giovani appassionati. E’ la storia di un rivoluzionario che ha conquistato l’Olimpo del motorsport grazie alle sue invenzioni nel campo ingegneristico. Gordon Murray

Brabham BT46B

foto: Gerold Smits

Murray diede un primo esempio della sua smisurata genialità nel 1978. All’epoca lavorava per la Brabham che si trovava al secondo posto di un campionato dominato da un’imprendibile Lotus 79. Bernie Ecclestone, proprietario del team, chiese direttamente a Murray di trovare una soluzione per conquistare la vetta del campionato.
Gordon pensò di sfruttare una falla nel regolamento per posizionare sul posteriore della vettura un enorme ventilatore mosso da un prolungamento dell’albero motore. Questa soluzione permetteva di aspirare l’aria sotto la vettura generando così una forte deportanza e migliorando contemporaneamente il raffreddamento del motore.

La prima accensione della sua creazione fu più che promettente, si dice che appena accesa la ventola incollò letteralmente la vettura al suolo, le sospensioni si ruppero e il fondo della vettura spaccò addirittura il pavimento del box.
Ciò costrinse Brabham ad adottare molle e sospensioni più rigide per permettere alla vettura di muoversi agilmente lungo un circuito. Nacque così la leggendaria Brabham BT46B che debuttò nel gran premio di Svezia dello stesso anno. La BT46B fu protagonista indiscussa del GP, tanto che costrinse la Federazione Internazionale a modificare il regolamento per proibirne l’uso (anche a causa dei detriti alzati dal ventilatore).

Brabham BT55

Fonte: wallup.net

Murray si rese protagonista di un nuovo progetto visionario nel 1986 dando alla luce la Brabham BT55. Per la prima volta nella storia del motorsport si vide un’auto dai profili così bassi e slanciati. La linea della vettura permetteva di pulire i flussi d’aria massimizzando così gli effetti delle appendici aerodinamiche. Inoltre, il nuovo telaio in carbonio contribuiva a ridurre sensibilmente il peso della vettura rendendo la BT55 sulla carta imbattibile.

Sfortunatamente, il progetto – che dal punto di vista aerodinamico era perfetto – non lo era altrettanto dal punto di vista meccanico. La vettura presentava forti deficit di potenza e manovrabilità dovuti alla posizione inusuale di alcuni componenti fondamentali come ad esempio i radiatori. Ciò portava ad un’inadeguata distribuzione dei pesi e ad un inefficiente raffreddamento. L’auto fu un fallimento totale: in 16 gare disputate collezionò unicamente 2 punti e portò alla morte del pilota italiano Elio De Angelis.

McLaren MP4/4

Fonte: bleacherreport.com

Murray però non abbandonò il concetto progettuale alla base della BT55. Inseguito al suo trasferimento da Brabham a McLaren, nel 1988 diede vita alla leggendaria McLaren MP4/4. La MP4/4 vinse 15 gare su 16 diventando così quella che da molti è considerata la migliore vettura nella storia della F1.

I motori Honda adottati da McLaren nel 1988 avevano specifiche che si adattavano perfettamente ad un progetto come quello ideato da Murray. L’unione di un’aerodinamica estrema con una meccanica affidabile diede vita ad un binomio inarrestabile che lasciò un segno indelebile nella storia del Motorsport.

Vetture Stradali

Fonte: www.motor1.com

La carriera di Murray non si fermò unicamente alla F1. Inseguito al successo ottenuto con la MP4/4 decise di trasportare in ambito stradale le conoscenze acquisite durante la sua carriera. Si dice che, mentre era in attesa del volo che l’avrebbe dovuto portare da Milano Linate a Londra, iniziò a scrivere dati tecnici e a disegnare schizzi di componenti meccanici. Nacque così la McLaren F1, un’auto dalle prestazione estreme, pura tecnologia F1 riportata in ambito stradale. Il sedile del guidatore era in posizione centrale per garantire una perfetta distribuzione dei pesi, e per la prima volta nella storia si vedeva un telaio in carbonio su un’auto stradale.

McLaren presentò anche una versione da competizione della F1: la F1 GTR che debuttò alla 24h di Le Mans nel 1995. La F1 GTR vinse all’esordio, un’auto stradale si lasciò dietro i prototipi sviluppati appositamente per la 24h entrando così nella legenda del motorsport.

Murray è ora pronto a stupire il mondo con un altro dei suoi progetti visionari: la Murray T50 che, calcando le orme della Formula 1, sarà in grado di lasciare un segno indelebile nella memoria di tutti.

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Alessandro De Gregorio

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