
La Formula 1 è attualmente al centro di vivaci discussioni, in particolare a Melbourne, dove è emerso un crescente malcontento tra alcuni team riguardo al regolamento 2026. Le nuove power unit, che entreranno in vigore dal prossimo anno, prevedono una configurazione ibrida, composta per metà da motori termici e per metà da motori elettrici. Le monoposto saranno dotate di aerodinamica attiva, capace di adattarsi alle diverse sezioni del tracciato. Tuttavia, questo cambiamento radicale sembra non soddisfare le aspettative, portando alcuni team, tra cui la Ferrari e la Red Bull, a richiedere la cancellazione del regolamento 2026. L’obiettivo sarebbe quello di estendere le normative attuali fino al 2028 o, al massimo, al 2029, per poi introdurre i motori V10 aspirati alimentati con carburante eco-sostenibile.
Richiesta di proroga delle normative
La richiesta di proroga delle normative esistenti, sebbene comprensibile, incontra delle difficoltà. Costruttori come Honda e Audi hanno investito risorse significative per sviluppare le nuove power unit, e un rinvio al 2028 comporterebbe per loro un notevole svantaggio competitivo. Audi, in particolare, ha già dichiarato il proprio impegno per l’attuazione del regolamento 2026. Recentemente, si è appreso che la FIA sta esplorando, in collaborazione con i team, la possibilità di un compromesso: ridurre la durata delle normative da cinque a tre anni, con l’introduzione di una nuova generazione di motori nel 2029, presumibilmente i motori aspirati a basse emissioni. La Mercedes sembra favorevole a questa proposta, mentre Ferrari e Red Bull continuano a spingere per un allungamento delle attuali regole, puntando direttamente ai V10.
Discussioni ufficiali in Cina
Durante il weekend in Cina, l’argomento è stato affrontato in modo ufficiale. Nikolas Tombazis, responsabile delle monoposto, ha comunicato ai giornalisti presenti a Shanghai la posizione della Federazione. “Riteniamo che la questione debba essere affrontata ponendosi domande fondamentali”, ha dichiarato il dirigente greco. “Dobbiamo chiederci se, tra tre o quattro anni, vogliamo adottare un motore differente. Se la risposta è sì, sarà necessario pianificare la transizione, anche se questo aspetto è secondario rispetto alla decisione principale. È evidente che gli attuali motori risultano troppo costosi, e per questo motivo il presidente Ben Sulayem ha espresso alcune considerazioni”.
Proposte e discussioni in corso
Tombazis ha aggiunto che, al momento, non esiste alcuna proposta concreta sul tavolo, ma le discussioni sono in corso. “Il presidente ha risposto alla questione principale, mentre la seconda è oggetto di analisi da parte dei vari interlocutori, in base alle loro posizioni. L’obiettivo è trovare un equilibrio che consideri tutti gli aspetti in gioco. Ogni cambiamento deve derivare da un ampio consenso. Non intendiamo imporre decisioni unilaterali né forzare una posizione specifica, ma puntiamo a garantire un accordo condiviso”.