Basta con le solite noiosissime top 10: ecco una inedita flop 10. Il meglio del peggio offerto dalla F1 e campionati limitrofi in questa stagione. Flop F1
10 – ALESSIO DELEDDA
Quando in due anni di F3 non riesci a prendere neanche un punto e navighi costantemente nelle retrovie, qualificandoti costantemente ultimo a quasi 3 secondi dalla pole a ogni gara, le ipotesi sono due: o hai sbagliato mestiere o sei Alessio Deledda. Flop f1
Il pilota romano, da ormai due anni è una presenza fissa e alquanto inspiegabile sulla griglia della F3. Ovviamente è sostenuto da munifici sponsor, ma che senso ha spendere quasi 1.2 milioni di euro all’anno per trotterellare a fondo gruppo?
Come se non bastasse, per festeggiare degnamente la conclusione di un’altra stagione ricca di successi ha pensato bene di pubblicare una Instagram stories in cui si vede lui che sfreccia quasi ai 300 orari su una autostrada trafficata facendo lo slalom tra le altre vetture. Se solo corresse così anche in pista…
Beh, qualora decidesse di smetterla come pilota ha sicuramente un futuro da web-star. Influencer.
In una stagione che ci ha regalato, causa Covid, tante piste inedite e alcuni graditi ritorni in calendario, chiudere il mondiale ad Abu Dhabi è stato come passare dalle montagne russe al bruco-mela.
Il tracciato di Yas Marina è tra i più noiosi e piatti in calendario e le gare molte volte si riducono in tediose processioni da un’ora e mezza di durata. E quest’anno non ha fatto eccezione. Cortesemente non è che Tilke potrebbe modificare un minimo la configurazione della pista? No, perchè essere una Montecarlo nel deserto per ricchi dotati di yacht non rappresenta un particolare motivo di interesse per noi tifosi a casa al massimo muniti di Fiat Uno gentilmente offerta da zio Calogero. Te la do io la crisi.
Partiamo da una premessa fondamentale: Bottas non è uno scarso, anzi è un pilota di tutto rispetto e tra i più veloci quando è in giornata. Il problema è che queste giornate sono al massimo 2 o 3 nel corso di una intera stagione.
Certo, essere compagni dell’Hamilton implacabile che abbiamo visto negli ultimi anni manderebbe dallo psicologo pure uno come Ibrahimovic. Ma Valtteri ci mette molte volte del suo, eclissandosi completamente in gara e scivolando in una grigia mediocrità. L’aver preso schiaffi pure da Russell nell’unica gara insieme, non gli ha fatto di certo bene. Deve e può fare di più. Da un pilota con una Mercedes a disposizione ci si aspetta ben altro. Necessita di un Recovery Plan, proprio come l’Italia in questo momento. Salvate il soldato Bottas.
Quando è stata diffusa la notizia del ritorno in calendario del GP di Turchia, tutti noi eravamo piuttosto felici. L’Istanbul Park è una delle creazioni meglio riuscite di Hermann Tilke e una pista di cui si sentiva effettivamente la mancanza.
Peccato che gli organizzatori abbiano deciso, a poco più di un mese dall’evento, di riasfaltare interamente la pista e nel far ciò, hanno deciso di affidarsi non alla ditta italiana che da vari anni si occupa della manutenzione dei circuiti del Circus, ma a una ditta locale che stava asfaltando un tratto di autostrada lì vicino.
Risultato? Lavori completati meno di 20 giorni prima della gara, zero grip e pista resa viscida dall’olio che trasudava dal catrame dell’asfalto e dalla pioggia. A parte i rischi legati alla sicurezza dei piloti, è andato in onda più che un GP una puntata speciale di un gran galà di pattinaggio. Il tutto nel totale silenzio della FIA. Per 30mila lire il mio falegname la faceva meglio. Flop f1
Povero George. Per un anno ha fatto i miracoli in una Williams recalcitrante portandola regolarmente in Q2, ma non riuscendo mai a conquistare dei punti. Ha sfiorato l’impresa al Mugello e a Imola, ma in entrambi i casi è tornato a casa a bocca asciutta. Nel primo caso a causa di una partenza infelice dopo una bandiera rossa, e finendo a muro durante una fase di safety car nel secondo.
Ma il vero dramma l’inglese l’ha vissuto al GP di Sakhir, quando chiamato in fretta e furia da Mercedes per sostituire Hamilton messo KO dal Covid , si è ritrovato a un passo dal vincere la gara dopo aver umiliato il più esperto compagno Bottas fino a quel momento.
Peccato che la sfiga di George ha deciso di colpire ancora; e dopo un errore ai box da parte della Mercedes, una foratura l’ha estromesso definitivamente dalla lotta per la vittoria. Conquistare i primi punti e far segnare il giro più veloce in gara sono stati una magra consolazione. Necessita una gita a Lourdes, perchè il talento c’è. Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.
Sinceramente, in un primo momento, più che fare una flop 10, avevo pensato di realizzare una compilation con tutte le “perle” che il buon Carlo ci ha regalato quest’anno. Poi ho pensato che sarebbe stato ingiusto dedicare un intero articolo a una sola persona escludendo, tanti personaggi illustri che hanno dato il peggio di sè in questo folle 2020 pur di entrare in questa “prestigiosa” classifica.
Tornando a noi, il Vanz non ha deluso le aspettative neppure quest’anno cacciando i soliti urlacci non richiesti, inventandosi notizie di sana pianta (vedi Giovinazzi in Ferrari al posto di Vettel) e regalando perle quali: “Ratzenberger? Un pilota quasi amatoriale che perse la vita a Imola nel 1994.” Wikipedia levate.
Ma se ormai alle “telecronache” scalmanate del nostro eroe ci siamo abituati (e rassegnati), quello che lascia sgomenti è la qualità del servizio offerto da Sky per gli abbonati. Approfondimenti prossimi allo zero o completamente Ferrari-centrici, strafalcioni ed errori come se piovesse, e soprattutto servizi e clip varie montate senza un senso logico con musica a palla e frasi prese da una qualche pagina motivazionale di Instagram.
Qualcuno dica a questi signori che non siamo nè negli anni ’90 nè a Sport Mediaset, e che considerato il costo dell’abbonamento annuo, il minimo sarebbe non offrire un servizio fatto solo di urla e musica alla Top Gun messa nei servizi alla membro di segugio.
Chiaro, ci sono anche tanti professionisti seri e preparati come Mara Sangiorgio, Matteo Bobbi e Jacques Villeneuve, che ad ogni GP devono assistere a questi numeri da circo e subire le domande improvvide di Mr.FUCSIAAAHH! Quanta mestizia. A noi la qualità ci fa schifo!
Ebbene sì. Neppure in una classica dedicata ai flop della stagione la SF1000 riesce a salire sul podio nè tantomeno a vincere.
Per carità da Maranello è uscito anche di peggio, ma la Rossa di quest’anno merita una menzione speciale per il fatto di essere disastrosa sotto tutti i punti di vista: dal telaio al motore. Il primo, per problemi mai compresi appieno, provocava una totale assenza di stabilità al posteriore che ha minato la guidabilità e fiducia dei piloti in ingresso di curva. Flop f1
Il secondo, è invece il frutto dello strano e misterioso accordo fatto in inverno da Binotto con la Fia, e che ha prodotto un motore asmatico e disastroso.Il risultato? Una monoposto nervosa e imprevedibile, e soprattutto lentissima sui rettilinei. Leclerc ha provato a metterci una pezza, ma molte volte, tentando di mascherare i limiti palesi del mezzo ha esagerato, commettendo errori evitabili.
La quasi totale assenza di aggiornamenti degni di nota ha fatto il resto. Se poi pensate che l’unico upgrade che ha funzionato è stata l’introduzione di una livrea speciale per il GP al Mugello, capite il livello di confusione tecnica che regna a Maranello.
Unico merito della SF1000? Aver regalato l’ultimo podio in rosso a Vettel. Ferrari Baracca.
Non nascondiamoci dietro un dito. Il presunto impegno della F1 nel contribuire a creare un mondo più giusto ed equo senza discriminazioni ed ineguaglianze si è rivelato ben presto per quello che era: solo parole e trovate pubblicitarie per migliorare il proprio aspetto social.
Ovviamente, ci sono stati piloti come Hamilton o Ricciardo che si sono impegnati seriamente nel cercare di dare un contributo intervenendo su temi molto sentiti quali razzismo e salute mentale.
Ma, ben presto, la farsa è stata scoperta. Liberty Media dopo essersi riempita la bocca di buone intenzioni ha firmato accordi per ospitare GP in paesi che non rispettano i più basilari diritti umani. E come se non bastasse ottiene contratti di sponsorizzazione da società altamente inquinanti, nonostante il presunto impegno “green”.
In conclusione, per cambiare la società in cui viviamo non basta fare dei bei discorsi e attaccare adesivi arcobaleno, se poi sottobanco fai affari con chi rende il mondo un posto peggiore. Ma forse alla proprietà americana interessa solo l’immagine esteriore. We race as paraculi.
Da dove cominciare? Dal fatto che è uno dei piloti più aggressivi e scorretti visti in pista negli ultimi dieci anni? Che ogni volta che apre i social combina disastri? Dal fatto che faccia battute omofobe o sul Covid, nonostante abbia ucciso migliaia di persone pure nella sua natìa Russia? Dal fatto che qualche anno fa si sia preso una squalifica per aver preso a pugni un altro pilota? O ci limitiamo alla sua ultima “impresa”, quando cioè ha pubblicato una Instagram Story in cui palpeggiava una sua amica palesemente ubriaca?
Il russo è una calamita per polemiche e sembra che lui non faccia nulla per evitarle. Da settimane sui social spopola l’hashtag #wesaynotoMazepin. Sono sempre di più le persone che non vorrebbero vederlo l’anno prossimo in F1 a causa della sua condotta ignominiosa.
Ma si sa, la F1 è un business e il russo ha pagato ad Haas parecchi milioni di $ pur di essere sulla griglia l’anno prossimo. Il tutto si sta già chiudendo con qualche dichiarazione di circostanza, scuse non sentite e provvedimenti di facciata, il tutto nel silenzio assordante di Liberty Media e Federazione. La presenza di Mazepin in F1 nel 2021 sarà l’emblema del fallimento politico della F1 nelle battaglie sociali in cui si è impegnata. Dalla Russia con disgusto.
Prima di scoprire chi è stato il top of the flops del 2020, dedichiamo due parole pure per chi non è riuscito a entrare in classifica, ma che si è comunque distinto in negativo nel corso di questa stagione.
Partiamo da David Schumacher, che nell’anno dell’ascesa di suo cugino Mick, riesce nell’impresa di chiudere la stagione a 0 punti e trotterellando a centro gruppo in F3, senza acuti degni di nota. Urge svolta.
Continuiamo con Artem Markelov, al ritorno in F2 dopo un anno ( deludente ) in Super Formula in Giappone.
Nonostante fosse il pilota più esperto in griglia, il russo incappa in una stagione grigia fatta di moltissimi bassi e pochi punti. Sicuramente, ciò ê dovuto anche a causa della totale assenza di competitività della sua vettura preparata da HWA. Ripetente.
E infine una menzione la merita anche il sette-volte campione del mondo Lewis Hamilton che incappa in una autentica caduta di stile quando durante una conferenza stampa finge di non conoscere Franz Tost (Team Principal di Alpha Tauri, nda). Il motivo? Franz aveva apertamente criticato gli stipendi, a suo dire troppo elevati, di certi piloti, Lewis in primis, e aveva proposto un tetto di 10 milioni di $ per evitare di mettere in difficoltà le finanze dei team, già duramente provate dalle conseguenze del Covid.
Lewis, con discrete capacità attoriali, cade dalle nubi dicendo di non avere la più pallida idea di chi sia il manager austriaco (strano, considerando che sono entrambi in F1 dal 2007…), ma la cosa ancora più strana è che pur ignorando l’esistenza di Tost, era a conoscenza della sua proposta contro cui si schiera apertamente dicendo che lui guadagna il “giusto”. Sincera dimenticanza? Velata polemica? La risposta non la sapremo mai. Smemorato di Collegno. Flop f1
Ma, adesso, bando alle ciance e scopriamo il nostro vincitore…
Partiamo da una premessa fondamentale: Binotto è un tecnico di assoluto valore e lo ha dimostrato più volte in passato. Il problema è che è un pessimo Team Principal. Gli manca proprio la stoffa, nonchè la cattiveria agonistica per un ruolo del genere.
E’ un dato di fatto che il team di Maranello da due anni ormai sia in uno stato di confusione tecnico-politica senza fine. Mancano una strategia, una visione d’insieme e soprattutto la volontà e l’interesse di raddrizzare la situazione.
Questa confusione si va a riflettere sia in pista quanto in fabbrica e ha provocato non pochi problemi al Cavallino Rampante.
Esempi di ciò sono stati la pessima gestione del divorzio con Vettel, la già menzionata assenza di aggiornamenti alla SF1000 e la totale mancanza di chiarezza che regna su decisioni importanti quali aprire o meno programmi per Indycar o Le Mans.
Il tutto è avallato senza alcun patema d’animo da una dirigenza, guidata, si fa per dire, dal Presidente John Elkann. Una classe dirigente assente, disinteressata e il cui silenzio oramai è assordante. L’impressione è che si navighi a vista e la cosa più triste è che sembra che a tutti vada bene così. Cambiare tutto per non cambiare nulla.
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