La crisi del Mar Rosso sta coinvolgendo anche il mondo dei motori: un altro marchio ha deciso di fermarsi, situazione critica
Gli occhi del mondo intero sono rivolti al Medio Oriente in questi freddi giorni di gennaio. La crisi del Mar Rosso si sta facendo ogni giorno più grave. I bombardamenti di Stati Uniti e Gran Bretagna contro i ribelli Houthi in Yemen, arrivati in reazione dell’attacco ad alcune navi mercantili e commerciali, hanno reso l’atmosfera ancora più incandescente in territori già estremamente tesi per quanto sta accadendo in questi mesi in Israele. E l’impatto della crisi ha finito per coinvolgere anche il mondo dei motori, con diversi marchi che hanno già annunciato lo stop alla produzione.
C’è carenza di materiali, ritardo nelle consegne, e tutto questo è legato direttamente alle tensioni che in questi giorni stanno interessando lo stretto di Bab al-Mandab, punto di congiunzione tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano.
Negli scorsi giorni aveva lasciato in molti senza parole la notizia dello stop alla produzione in territorio europeo da parte di Volvo. Il colosso svedese dell’automobile aveva deciso di interrompere per qualche giorno le operazioni di assemblaggio negli stabilimenti in Belgio a causa dei ritardi nella consegna di alcune merci, altra conseguenza nefasta di quanto sta succedendo sul Mar Rosso.
Lo stesso aveva annunciato Tesla. L’azienda americana ha confermato lo stop dei lavori presso la Gigafactory di Berlino non solo per pochi giorni, ma addirittura per due settimane, dal 29 gennaio all’11 febbraio, in attesa di poter comprendere in che modo evolverà una situazione già drammatica. A Volvo e Tesla si è aggiunta però nelle ultime ore un’ulteriore casa automobilistica, a conferma della gravità del momento.
Crisi nel Mar Rosso, stop alla produzione: si ferma anche il colosso giapponese
Alla luce di quanto sta accadendo in Medio Oriente e delle conseguenze che i rallentamenti nei trasporti delle merci stanno subendo, anche un colosso giapponese ha deciso d’interrompere momentaneamente la propria produzione in Europa.
L’annuncio è arrivato nelle ultime ore e riguarda Suzuki. La casa di Hamamatsu ha in particolare deciso di fermare le operazioni di assemblaggio nel proprio stabilimento di Esztergom, nel nord dell’Ungheria, per un’intera settimana.
La ripresa dovrebbe essere fissata per il 22 gennaio. Una decisione resa necessaria dai ritardi nelle spedizioni. Con questo stop imprevisto, l’azienda cercherà di temporeggiare per fare in modo che possano arrivare nei propri stabilimenti i pezzi di produzione giapponese assemblati in Europa, in particolare per i modelli Vitara e S-Cross.
Nella speranza che la situazione in Medio Oriente possa migliorare in tempi brevi. E non solo per far tornare alla piena attività le industrie dei colossi dell’automobile nel Vecchio Continente, ma per riportare pace e serenità in territori che da troppi anni vivono in uno stato di perenne tensione.