Stellantis ha deciso: arriva la notizia della chiusura. Nuove polemiche, in Italia c’è preoccupazione per le decisioni dell’azienda.
Le ultime mosse di Stellantis continuano a destare non poche preoccupazioni nel nostro paese. La holding, che controlla marchi storici e fondamentali per l’industria italiana come FIAT, Alfa Romeo, ma anche Lancia e Maserati, è stata ampiamente criticata per la scelta di spostare all’estero una quantità sempre maggiore delle proprie attività e di “uniformare” i brand sotto il proprio controllo con veicoli sempre più simili tra di loro, privandoli a parere di molti della propria identità e togliendo l’attaccamento e l’associazione alla propria zona di provenienza. Una scelta necessaria dal punto di vista aziendale per abbassare i costi di produzione e mantenere prezzi competitivi, ma comunque mal digerita dai cittadini italiani, preoccupati di vedere ridotti i posti di lavoro. E non sono gli unici a guardare con apprensione alla situazione.
Ultimamente, anche il governo italiano si è speso sulla questione. Stellantis, principale produttore nel nostro paese, ha un ruolo fondamentale nel sostenere l’industria italiana e nel raggiungere i target produttivi auspicati dal governo, e nel far si che il Bel Paese possa mantenere un ruolo di primo piano nel mondo dei motori. Per questo è stata a più riprese criticata la politica della holding e chiesto a Stellantis, senza troppi giri di parole, di mantenere le proprie attività nel territorio italiano. Il gruppo sembra aver per certi versi “teso la mano” alla richiesta, ma nelle ultime ore è sorto un nuovo problema per l’azienda.
La decisione di Stellantis preoccupa i lavoratori
Stellantis ha infatti deciso di trasformare il proprio stabilimento di Termoli in una Gigafactory. I lavoratori, però, alla luce di questo chiedono certezze sul futuro. E’ stato richiesto da parte della ditta Albasan, che all’interno dell’impianto si occupa della gestione delle pulizie ma anche di molti altri servizi, un incontro con i rappresentanti sindacali per capire quale sarà il futuro della manodopera in eccesso.
L’obbiettivo, ovviamente, è far si che nessuno debba cercare impiego altrove, e che si possa invece ricollocare il personale in esubero in altre funzioni compatibili col nuovo corso dello stabilimento. Una situazione non semplice da gestire per Stellantis, che deve fare i conti con una transizione elettrica che si sta rivelando per i costruttori ben complicata e che ha già costretto alla cassa integrazione moltissimi lavoratori.
Si cerca dunque una soluzione che possa ammortizzare l’impatto della decisione per i lavoratori. E’ necessario che la nuova GigaFactory fornisca nuove opportunità e allo stesso tempo tuteli quella che è l’occupazione locale e i lavoratori sul territorio.