Le automobili DR sono tra le più amate nel nostro paese, ma chi produce i loro motori? Finalmente svelato il segreto.
Le automobili del gruppo DR Automobiles sono tra le più apprezzate nel nostro paese. I numeri dei modelli dell’azienda (commercializzati nei 4 diversi brand DR, EVO, Sportequipe e ICH-X) sono aumentati a dismisura nell’ultimo periodo (lo scorso anno ha avuto un aumento del 33,37% nelle vendite), anche per via dei costi economici di queste vetture a fronte della loro buona qualità. Sul fronte delle prestazioni, chiaramente, un impatto più che rilevante lo ha il motore, e in questo senso DR può contare su un autentico colosso.
Non è un segreto che, nonostante la Dr Automobiles sia un’azienda fondata in Italia, le sue vetture siano formate a partire da componenti provenienti da grandi aziende che arrivano dalla Cina, che vengono poi assemblati e commercializzati nel nostro paese. Questo vale anche per le componenti più tecniche dei veicoli, incluso anche il motore. Ma chi è che produce il propulsore dei modelli DR?
I veicoli della gammad DR sono infatti alimentati da motori prodotti dal colosso cinese Chery, e in particolare per quanto riguarda le opzioni termiche si tratta di prupulsori ACTECO. La selezione di motori comprende un quattro cilindri a benzina nella versione aspirato e turbo e l’opzione bifuel benzina-Gpl. La potenza spazia dai 114 a 154 CV. Il modello elettrico DR 1.0 EV è alimentato invece da un motore sincrono a magneti permanenti da 61 CV sempre fornito da Chery.
Anche la gamma Sportequipe e ICH-X si affidano a Chery e ad ACTECO, mentre per i modelli della gamma EVO oltre ai già citati motori si aggiunge anche il quattro cilindri a benzina o benzina/GPL 1.5 e 1.6 aspirato di un altro colosso cinese, JAC. I pick-up sono invece alimentati da un 2.0 diesel common rail da 136 cv di potenza.
Qualità e bassi costi, è questo il segreto dietro al successo di DR che arriva direttamente dalla Cina. Le risorse di un colosso come Chery sono fondamentali per l’azienda italiana, e presto potrebbero anche avere un impatto addirittura maggiore, visto che il costruttore cinese è da tempo “corteggiato” dal governo del nostro paese, da tempo in cerca di un secondo “colosso” da affiancare a Stellantis per spingere l’industria dei motori italiana verso i traguardi prefissati.
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