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Il settore automotive piemontese, che conta 730 imprese e oltre 56.000 dipendenti, affronta un momento cruciale. Con un fatturato di circa 19 miliardi di euro, l’industria auto della regione si trova di fronte alla sfida della transizione elettrica e a un mercato in declino. L’arrivo di BYD, colosso cinese dell’automotive, potrebbe rivelarsi un’opportunità strategica per imprese locali in difficoltà.
L’arrivo di BYD e il contesto attuale
Il recente ingresso di BYD nel mercato italiano è stato celebrato con un evento presso il Museo Nazionale dell’Auto di Torino, realizzato in collaborazione con Anfia. Questa iniziativa ha visto un’alta affluenza, con i posti esauriti in breve tempo. L’evento segna un’epoca nuova e potenzialmente vitale per l’industria piemontese, che sta attraversando una fase di crisi profonda, con un calo degli ordini che si attesta attorno al 40%. Le motivazioni principali di questa contrazione includono le difficoltà nel passaggio verso veicoli elettrici e una significativa flessione nel mercato tedesco, un tempo pilastro dell’automotive europeo.
Le aziende della regione guardano a BYD non solo con cautela, ma anche con una certa speranza, vedendo nel gigante cinese una possibilità di rilancio. BYD, con la sua produzione annua di 4,5 milioni di veicoli, di cui 1,7 milioni elettrici, sta intensificando la sua presenza in Europa. Due nuovi impianti in Ungheria e Turchia, capaci di sfornare insieme fino a 500.000 auto all’anno, sono parte della sua strategia di espansione.
Opportunità per le aziende locali
L’ingresso di BYD ha suscitato un vivo interesse tra le imprese locali, che potrebbero beneficiare della ricerca della compagnia cinese a inserire fornitori italiani nel proprio circuito produttivo. La direzione di questa ricerca è affidata a Alfredo Altavilla, ex manager di FCA, il quale ora svolge un ruolo chiave come consulente di mercato per BYD in Europa. L’industria italiana è nota per la qualità della sua filiera produttiva, e il supporto della rete locale di fornitori potrebbe rappresentare un vantaggio strategico per la casa automobilistica cinese.
Un ulteriore segnale di impegno da parte di BYD è il reclutamento di manager di spicco provenienti da Stellantis. Figure come Alessandro Grosso e Maria Grazia Davino, entrati di recente nell’organico dell’azienda, confermano l’intenzione di BYD di valorizzare le competenze e l’expertise italiana, ancorando così la propria espansione alla cultura e alle pratiche locali.
Le prospettive future e le sfide del settore
Il panorama futuro dell’automotive piemontese è segnato da interrogativi cruciali. L’eventualità di un terzo stabilimento di BYD nel sud Europa, potenzialmente in Italia, potrebbe rappresentare un cambio di rotta per l’intero settore. Le aziende locali intravedono l’opportunità di sfruttare l’eccellenza della loro filiera per attrarre investimenti significativi da parte del gruppo cinese.
Tuttavia, la trasformazione del settore auto avverrà in un contesto di grande competitività e rapidi cambiamenti tecnologici. Il passaggio all’elettrico, necessario ma impegnativo, e l’adattamento alle nuove richieste di un mercato in continua evoluzione saranno sfide da affrontare per le imprese del Piemonte. Le prospettive di crescita legate a BYD potrebbero richiedere un cambiamento di mentalità e approccio da parte delle aziende, che dovranno collaborare attivamente, puntando su innovazione e qualità per rimanere rilevanti nel nuovo scenario europeo.