L’arrivo di BYD Atto 2 segna un’importante evoluzione nel panorama dei veicoli elettrici, soprattutto in Europa. Questo SUV compatto e totalmente elettrico è stato introdotto durante il Salone di Bruxelles, con vendite previste a partire da febbraio 2025. Abbiamo avuto l’occasione di testare il veicolo tra le strade di Torino e nei dintorni, per capire quali sono i punti di forza e le eventuali criticità del nuovo modello.
Iniziamo descrivendo le dimensioni del nuovo SUV. Con una lunghezza di 4,31 metri, larghezza di 1,83 metri, un’altezza di 1,67 metri e un passo di 2,62 metri, l’Atto 2 si posiziona strategicamente come un modello compatto, il quale si colloca al di sotto dell’Atto 3 della gamma BYD. L’aspetto esteriore è curato e moderno, caratterizzato da fari anteriori a LED e da una griglia elegante che conferisce un look distintivo.
Sull’anteriore, il paraurti presenta spigoli netti e dettagli brillanti, con tendine d’aria verticali che contribuiscono all’aerodinamica del veicolo. La silhouette si arricchisce di un tetto dal profilo fluttuante, mentre i cerchi in lega dal design dinamico attirano l’attenzione. Al retro, è presente una barra luminosa che collega le luci posteriori, il cui design reca un omaggio all’estetica orientale, con la forma a “nodo cinese”. La gamma colori della carrozzeria è composta da quattro opzioni, tra cui il Climbing Grey, proposto come standard e altre tonalità aggiuntive come Hiking Green e Skiing White.
La parte interna dell’Atto 2 è stata concepita per offrire un mix di funzionalità e comfort. La consolle centrale ospita un bracciolo integrato con vano portaoggetti e un selettore di guida ben visibile, che spicca grazie alla sua forma a diamante. Il design moderno è accompagnato da pulsanti fisici, ma la digitalizzazione trova un ruolo predominante. Infatti, un display rotante per l’infotainment da 12,8 pollici e un quadro strumenti da 8,8 pollici dominano il cruscotto, rendendo l’interazione con il veicolo intuitiva e semplice.
Notabile è anche la presenza di un tetto panoramico in vetro, che conferisce un senso di ampiezza all’abitacolo. Il bagagliaio offre una capacità di 400 litri, espandibile fino a 1.340 litri una volta abbattuti i sedili posteriori frazionati. Questo spazio rende l’Atto 2 adatto non solo per l’uso cittadino ma anche per viaggi più lunghi, con un occhio attento alla praticità.
Quando si parla di prestazioni, il BYD Atto 2 si basa sulla piattaforma e-Platform 3.0. Il motore elettrico, che eroga 130 kW di potenza massima e una coppia di 290 Nm, è montato sull’asse anteriore, promettendo reattività al volante. La batteria Blade, costruita in fosfato di ferro e litio, sarà inizialmente disponibile nella versione standard da 45,1 kWh, in grado di garantire un’autonomia di 312 km secondo il ciclo WLTP, che sale a 463 km in ambito urbano.
Nei prossimi mesi verrà lanciata una versione con batteria maggiorata, che promette un’autonomia di circa 420 km e tempi di ricarica che si attestano attorno ai 25 minuti dal 10 all’80%. Per quanto riguarda la ricarica, la versione standard richiede 37 minuti per ripristinare la stessa capacità, mentre la ricarica completa in corrente continua impiega circa 5,5 ore.
Per il mercato italiano, BYD propone due allestimenti: Active e Boost. I prezzi partono da 29.990 euro per l’allestimento base e 31.990 euro per il potenziato. Durante i mesi di lancio di febbraio e marzo, saranno disponibili promozioni che ridurranno i prezzi a 27.900 euro e 29.900 euro, soggetti a determinate condizioni. Il modello Comfort, previsto per la fine dell’anno, avrà un listino che partirà da poco meno di 35.000 euro.
Durante il nostro test su strada a Torino, l’Atto 2 ha dimostrato di essere agile e maneggevole, adattandosi bene al traffico urbano. La sua reattività e il raggio di sterzata di 5,25 metri si sono rivelati utili in manovre strette e parcheggi complicati. La telecamera a 360 gradi di serie facilita ulteriormente le operazioni di parcheggio.
Tuttavia, alcuni aspetti potrebbero necessitare di affinamenti. Gli ausili alla guida, pur essendo utili, si sono dimostrati talvolta invadenti, avvisando il conducente anche per distrazioni minime. Un’altra nota riguarda il suono degli indicatori di direzione, che può risultare eccessivamente simile al rumore di una sirena d’emergenza.
Nonostante queste piccole critiche, BYD ha realizzato un evidente progresso in termini di materiali e tecnologia rispetto ai suoi modelli precedenti. Con il supporto del mercato, l’azienda sarà in grado di confermare il suo posizionamento nel settore dei veicoli elettrici e di rispondere alle esigenze di una clientela sempre più attenta all’innovazione e alla sostenibilità.
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