Come se non bastassero gli aumenti relativi alla gestione della vettura, ora tocca anche al già tanto odiato bollo auto
L’aumento dei costi legati alla gestione dell’automobile privata continua a preoccupare i conducenti di tutto il paese, con l’ombra di un nuovo rincaro che si profila all’orizzonte. Se non bastassero già gli aumenti delle tariffe assicurative e i crescenti costi di manutenzione, ora vi è il serio rischio che tocchi anche all’odiatissimo bollo auto. L’idea di possedere un’automobile, un tempo considerata una comodità essenziale, rischia di trasformarsi in un lusso accessibile solo a una piccola parte della popolazione.
Questa prospettiva ha generato preoccupazione e malumore tra i conducenti, già oberati da una serie di spese che sembrano crescere in modo inarrestabile. Il rischio è che un nuovo aumento del bollo auto possa rappresentare un ulteriore colpo per le finanze dei cittadini, aggiungendo ulteriori pressioni a un settore già fortemente tartassato. La speranza è che le autorità competenti tengano conto della situazione economica attuale e valutino con attenzione l’impatto di eventuali aumenti sui già tartassati conti delle famiglie italiane.
In estrema sintesi potremmo definirlo un progetto di legge “alla Robin Hood”, quello avanzato dall’attuale governo italiano. E ne esponiamo le ragioni: la delega al governo per la riforma fiscale prevede, tra le altre novità, anche la possibile sospensione della poco remunerativa imposta extra sul bollo per le auto potenti con oltre 250 CV di potenza. Il cosiddetto superbollo. E fin qui nulla di male, penserete. In fondo gli introiti da superbollo risultano praticamente insignificanti per il fisco.
Il problema è che il governo avrebbe pensato di recuperare le imposte provenienti dal superbollo spalmando l’importo sul bollo tradizionale. Ecco così spiegato perché la definizione di cui sopra: togliere ai ricchi per dare ai poveri, si potrebbe facilmente pensare. In fondo il superbollo è applicato a un target di auto esclusive, che solo pochi benestanti possono permettersi. Toglierlo potrebbe essere anche corretto, meno sarebbe invece scaricarne il mancato introito sui poveri comuni mortali, i quali già pagano una tassa di possesso tra le più esose di Europa.
Il superbollo è una imposta aggiuntiva al bollo standard, introdotta dal governo Monti nel 2011 in piena crisi economica. Già in passato era stata applicata una simile imposta, ad esempio nel lontano 1976 sui veicoli alimentati a gasolio, abolito in via definitiva nel 2005. Dal 2012 ad oggi il superbollo non è mai stato abolito, gravando per ben 20 euro per ogni kW eccedente i 185 kW. In soldoni, per una Giulia Quadrifoglio da 510 CV, si pagherebbero oltre al bollo standard ben 3800 euro circa di superbollo.
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