Il piccolo scooter prodotto dalla casa tedesca e progettato dall’atelier italiano sembrava destinato al successo. Però la storia non lo ha premiato: come è stato possibile?
Da che mondo è mondo il sogno dei centauri di tutto il mondo è sempre stata la possibilità di guidare il loro mezzo a due ruote preferito senza preoccuparsi del meteo avverso. In una stagione come quella che stiamo vivendo ad esempio ogni scampagnata in moto o motorino si può tramutare da un momento all’altro in un raffreddore o, alla peggio, in un bagno fuori programma.
In effetti, ci sono stati vari tentativi da parte di costruttori anche importanti di creare un mezzo a due ruote con un tetto per proteggere quanto meno dalla pioggia i centauri durante le stagioni peggiori. Il più famoso è sicuramente il BMW C1, uno scooter dotato di un telaio interno di alluminio su cui era montato un vero e proprio tetto: progettato dall’italiano Bertone, questo mezzo uscì nel 1999 ma già nel 2003 venne ritirato dalla produzione. Motivo principale, le vendite non esaltanti.
Il piccolo scooter si presentava con caratteristiche molto interessanti. Era dotato di cinture, tergicristalli ed altri optional mai visti prima su un mezzo a due ruote: il motore da quattro cilindri da 15 o 18 cavalli a seconda della versione – con il secondo introdotto solo due anni dopo l’uscita del modello – era prodotto da Rotax ed aveva una trasmissione CVT totalmente automatica, un prodigio della meccanica.
Due motivi dietro il fiasco!
La domanda continua a tormentarci però: come è possibile che un mezzo simile non abbia quanto meno venduto qualche decina di migliaia di esemplari l’anno? Il concept del mezzo era molto interessante – non a caso nel 2000 sarebbe stato ripreso anche da Benelli e da altri marchi – ma c’erano un paio di limiti che i clienti proprio non riuscirono a superare…
Tanto per cominciare, il rapporto peso-potenza del veicolo era tutto sballato: a fronte di un peso di ben 185 chilogrammi, paragonabile a quello di certe 1.000 cc dell’epoca, i pochi cavalli erogati dal modello lo rendevano fiacco nel traffico e molto complicato da tenere su anche per una centauro di media esperienza.
Va anche detto che il mezzo non era economico: costava una cifra che oggi si potrebbe accostare a 5-6mila euro moderni che per uno scooter ora non sembrano tanti, considerando l’inflazione che ha colpito il mercato dei motori negli anni successivi ma all’epoca, bastava tranquillamente per comprare un’auto usata. Con quattro posti e un tetto sulla testa, rendendo il concept del C1 praticamente inutile… un vero peccato ed una chance sprecata, per BMW Motorrad.