Benzina e diesel sono già il passato. Sono in arrivo nuovi carburanti che rivoluzioneranno il mondo dei motori.
Al giorno d’oggi acquistare un’auto comporta una scelta che deve, per forza di cose, tenere conto anche della sostenibilità ambientale. Le aziende stanno facendo il possibile per limitare il livello d’inquinamento dei veicoli. L’utilizzo delle auto a zero emissioni, però, continua a dividere. Se da un lato, infatti, gli appassionati più tradizionalisti continuano a considerare i motori a combustione la scelta migliore, dall’altro chi pensa al futuro e alle nuove tecnologie non pò che apprezzare i motori elettrici.
Prestazioni elevate ed emissioni ridotte a zero sono i due punti cardini delle auto elettriche, che però combattono con infrastrutture ancora inadeguate e costi elevati. Attenzione, però, perchè un altro tipo di carburante potrebbe subentrare prepotentemente e rubare il mercato agli altri: l’idrogeno.
Si tratta di un carburante che punta su due caratteristiche principali: zero di CO2 e potenza notevole. Le stesse dell’elettrico, si potrebbe dire, con la differenza che il trasporto dell’idrogeno è facilitato dalla presenza dei gasdotti e dal vantaggio produttivo che esso possiede. Senza inquinare, è possibile produrre una quantità di idrogeno notevolmente superiore a quelle degli altri carburanti.
L’idrogeno, funzionamento e tipologie: occhio ad un lato negativo
Ma come funziona un motore ad idrogeno? Non essendo l’idrogeno una fonte di energia diretta, la tecnologia sfrutta il processo della elettrolisi inversa, dato che il motore non potrebbe utilizzare l’idrogeno come gas combustibile. Sostanzialmente i motori a idrogeno sono l’evoluzione di quelli a elettrici. Essi partono, infatti, da un motore elettrico, al quale viene aggiunto un serbatoio di idrogeno e due di ossigeno che viene prelevato dall’ambiente.
Esistono, poi, quattro diversi tipi di idrogeno, in base al quale cambia il processo produttivo dell’energia. L’idrogeno grigio viene prodotto da fonti fossili, come quello blu che, tuttavia, prevede la cattura e lo stoccaggio della CO2. L’idrogeno verde è prodotto da fonti rinnovabili e, infine, quello viola viene prodotto dall’energia nucleare.
Attenzione, però, perché questa nuova tecnologia presenta uno scoglio piuttosto grande che, al momento, rende tutto difficilmente realizzabile: le infrastrutture. Costruire una rete infrastrutturale adeguata sarà una delle sfide più grandi per i governi attuali. I distributori di idrogeno sono in aumento ma, tuttavia, i numeri sono ancora insufficienti a supportare una produzione globale di idrogeno ed una conseguente vera e propria rivoluzione.