L’annuncio è di quelli struggenti. Non si fermano le lacrime per i tifosi di Ayrton Senna. Cos’è successo davvero.
Un noto artista italiano cantava “da quando Senna non corre più non è più domenica” ed effettivamente per tanti appassionati di competizioni a quattro ruote, i fine settimana dedicati alla F1 non hanno più avuto lo stesso sapore dal suo addio avvenuto nella prima domenica di maggio nel 1994, un giorno che cambierà per sempre il destino dello sport e che continua a far piangere i tifosi.
Spietato con la visiera abbassata, amante della vita sui rotocalchi e animo nobile nell’attenzione verso i meno fortunati, Ayrton è diventato presto una figura iconica del motorsport. Capace di buttare il cuore sempre al di là dell’ostacolo, ha raccolto proseliti attorno a sé, ma anche tanti detrattori, a partire da coloro che preferivano il più compassato e ragioniere Alain Prost, suo grande rivale nella condivisa epoca McLaren.
Senna, il ricordo di chi guidava la Safety Car. Fu un disastro
Successivamente, molti testimoni diretti dell’accaduto hanno voluto condividere con il mondo la loro esperienza, magari degli istanti appena precedenti a quel triste GP di Imola, della vigilia del sabato sera o dei soccorsi. Più di recente è invece emerso un altro racconto diffuso da Franco Nugnes nel suo libero “Senna”, in cui è stata data la parola a Max Angelelli che, quella domenica, era alla guida della Safety Car.
Fu proprio lui tra i primi a raggiungere il Tamburello dove la Williams del brasiliano era andata a sbattere contro le batterie, venendo poi sbalzata di nuovo verso la pista. Oggi siamo abituati a vedere Mercedes ed Aston Martin dettare il passo in caso di incidente, ma in quel frangente era tutto diverso e l’auto in questione era decisamente meno prestazionale. Un vero e proprio handicap.
L’oggi 57enne ha quindi ricordato lo smarrimento provato quando dovette congelare le posizioni nel frangente del clamoroso botto al via tra J.J Lehto e Pedro Lamy. La macchina era una Opel Vectra da 1.350 kg e 240 cv. “Quando mi mostrarono l’automobile mi si gelò il sangue. Non era adatta a stare davanti ad un gruppo di F1. Fu un vero disastro. Per fermarla ci voleva un’ancora“, lo sfogo riportato da Fanpage.it.
Il passo troppo blando tenuto dalla tedesca mandò su tutte le furie Beco che, affiancatosi all’allora portacolori Volkswagen Formula 3, in abitacolo con il direttore di gara Charlie Whiting, mostrò il pugno. “Mi diceva di andare più veloce. Noi due siamo stati gli ultimi a guardare Senna negli occhi“.