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L’Associazione Altvelox ha sollevato una questione molto delicata riguardante l’uso degli autovelox nella città di Bologna.
Secondo l’associazione, molti di questi dispositivi sarebbero privi dell’omologazione necessaria, violando così l’articolo 142 del Codice della Strada che stabilisce le normative per il loro impiego.
Nonostante la gravità delle accuse, sembra che il Ministero delle Infrastrutture non abbia ancora emesso un decreto ufficiale per regolamentare adeguatamente questa materia.
La situazione ha già avuto importanti risvolti giudiziari. Alcuni Giudici di pace a Milano hanno deciso di annullare multe emesse tramite autovelox ritenuti non conformi alle normative vigenti. Questa linea è stata confermata anche da un’ordinanza della Cassazione, la numero 10505/2024 dello scorso aprile, secondo cui una semplice approvazione ministeriale non rende legittimo l’utilizzo degli autovelox.
Autovelox non denunciati: la polemica si accende
Le figure al centro delle accuse sono il sindaco di Bologna Matteo Lepore, l’assessore alla Mobilità Valentina Orioli e il prefetto Attilio Visconti. Le critiche nei loro confronti si concentrano sulla gestione e sull’utilizzo degli autovelox in questione. In parallelo alle denunce pubbliche, Altvelox ha presentato una richiesta formale alla Procura della Repubblica per il sequestro dei dispositivi contestati.
La polemica apre un dibattito più ampio sulla sicurezza stradale e sull’efficacia degli autovelox come strumento per garantirla. Da un lato c’è la necessità di assicurare il rispetto dei limiti di velocità con dispositivi certificati; dall’altro emergono questioni legate alla trasparenza e alla legalità nell’installazione e nell’utilizzo dei sistemi di controllo della velocità.
Finora le istituzioni coinvolte non hanno fornito una risposta ufficiale alle accuse mosse da Altvelox. Tuttavia, è probabile che nei prossimi giorni possano essere rilasciate dichiarazioni o intraprese azioni volte a chiarire la posizione dell’amministrazione comunale sull’utilizzo degli autovelox contestati. La situazione rimane quindi aperta a futuri sviluppi sia sul piano legale che su quello politico-amministrativo.