Cosa fare quando si acquista un’auto usata ma poi sopraggiungono problemi. Ecco la procedura da seguire per avere indietro il denaro speso
Negli ultimi tempi, specialmente dal post pandemia la concezione dell’Automobile è cambiata molto. Non a caso le vendite sono diminuite in maniera importante. Il settore si è salvato perlopiù grazie all’usato. La domanda è talmente aumentata che anche per le vetture di seconda mano il costo è salito alle stelle, tanto che se oggi ci si reca in concessionario si fatica a trovare della disponibilità e soprattutto il rapporto qualità/prezzo non sempre è vantaggioso.
E’ dunque facile incappare in possibili raggiri. O meglio il pericolo è quello di tornare a casa con una vettura al di sotto delle proprie attese. E se così dovesse essere come comportarsi?
Acquistare un mezzo usato è una scelta che deve essere ponderata con attenzione. Le domande che ci si pone riguardano perlopiù l’esborso necessario, le spese di gestione e le imposte annesse tra bollo e assicurazione. Ci si domanda se vale la pena optare per un’autovettura che ha già avuto almeno un proprietario, anche perché potrebbe aver subito dei danni non denunciati o un chilometraggio superiore a quanto dichiarato. Il rischio è dunque doppio: trovarsi con un’auto mal funzionante e non poter essere rimborsati.
Ebbene, prima di spiegare tutto nel dettagli, è importante sapere che, anche nel caso delle Auto usate, è possibile esercitare diritto di recesso che permette di liberarsi da vincoli contrattuali, ponendo fine all’accordo di compravendita
E’ importante evidenziare che non ci si può permettere di cambiare idea e restituire l’auto precedentemente acquistata. Una situazione ben diversa da quella che si verifica per i beni mobili, che si possono dare indietro entro 14 giorni dall’acquisto, con l’opportunità di cambio merce o rimborso. In pratica, l’Auto usata non si può restituire dopo la firma del contratto anche in caso di evidenti difetti successivamente riscontrati.
Essenzialmente, dunque, c’è solo un caso in cui si può esercitare il diritto di recesso ovvero quando tra il momento dell’ordinazione e l’arrivo della vettura è trascorso un periodo talmente elevato da aver superato quello di tolleranza disposto dall’accordo.
Solitamente le tempistiche sono di 60 giorni. Superati quindi i due mesi, l’acquirente potrà fare richiesta e rinunciare al veicolo. Attenzione, perché il concessionario non può in alcun modo prolungare questo lasso. Anzi, sarà tenuto a dimostrare di non essere responsabile e a dimostrarsi disponibile ad esempio fornendo nell’attesa un’alternativa di cortesia in comodato d’uso ma solamente se previsto espressamente dal contratto.
Allo scadere del periodo l’automobilista potrà ricevere la somma inizialmente versata come caparra, più una somma ad essa equivalente fino al doppio, nel rispetto dell’articolo 1385 del Codice Civile. Il recesso deve essere comunicato formalmente al concessionario tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno, ma necessariamente prima che venga recapitato l’avviso di disponibilità dell’automobile.
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