L’automotive sta per compiere un passo importante. Si sta diffondendo un’abitudine di vendita destinata a cambiare il mercato
Molto spesso quando i costruttori decidono di rinnovare i loro modelli lo fanno con un restyling estetico, applicando degli aggiornamenti perlopiù indirizzati ad intercettare le esigenze e i gusti del presente.
In un periodo non troppo lontano da quello attuale il sistema cambierà e non poco. La soluzione per far fare alle vetture un upgrade sarà in via privilegiata un’altra. Per quale ragione? In realtà nulla di poetico o romantico, ma qualcosa di strettamente legato al guadagno. Come hanno potuto già verificare i costruttori, tale metodo consente di ottenere maggiori introiti.
E’ stato provato, ad esempio, che i servizi aggiuntivi consentono alle Case di guadagnare maggiormente, motivo per cui la dotazione tecnologica dei veicoli è progressivamente diventata più importante nella progettazione degli stessi. Ciò significa che dopo l’acquisto, a distanza di tempo, si può acquistare un pacchetto in grado di migliorare e aggiungere funzionalità al veicolo. In pratica si paga successivamente per ottenere qualcosa che è già materialmente nell’auto ma che deve essere sbloccato “abbonandosi” ai servizi desiderati.
Servizi aggiuntivi, come può cambiare il mercato dell’auto
Come facilmente immaginabile i brand più attivi ad abbracciare tale genere di evoluzione sono le tedesche BMW e Mercedes per le loro offerte premium e la Volvo. Prima di analizzare i differenti approcci, apriamo una parentesi per includere nel gruppo anche Stellantis che, da qui al 2026, ha già quantificato un ingresso di 4 miliardi di euro tramite questo processo.
Torniamo ora ai marchi succitati. Quello di BMW sfrutta i servizi aggiuntivi in abbonamento per come li abbiamo descritti. Mercedes, invece, punta a proporre un’esperienza fuori dal comune e improntata sul lusso. Volvo, invece, si focalizza solamente sugli update più rivelanti.
Ma quali sono le opportunità che vengono date ai clienti esigenti e qual è l’approccio dei produttori? Le possibilità per i clienti sono varie e diverse. Per la Mercedes EQS, ad esempio, veniva richiesta dopo l’ acquisto, una somma in più per attivare il sistema di sterzo di 10° delle ruote posteriori. Pacchetti per avere più potenza, invece, erano presenti su alcune varianti della EQ.
Di fatto queste funzionalità erano già presenti all’interno delle varie Auto con una sorta di hardware bloccato. Per attivarlo è appunto necessario un prezzo aggiuntivo, in una sorta di piano di abbonamento che può prevedere più possibilità.
Un po’ più di basso profilo è l’atteggiamento tenuto da Volvo che, tuttavia, tramite la Geely sta cominciando ad adottare questo sistema. La Polestar 2, ad esempio, ha visto un aumento di 68 cv dietro al pagamento di 1.195 dollari, il tutto per abbassare di 0,3 secondi il salto da zero a cento km/h.
Cosa ne pensa dunque la clientela di questo nuovo modo di concepire le quattro ruote? Stando ad un sondaggio effettuato dalla S&P Global Mobility l’82% degli intervistati si è detto favorevole.