Le auto elettriche hanno una nuova rivale: è ancora più ecologica e costa di meno, sta arrivando una vera rivoluzione.
Le auto elettriche sono ad oggi l’alternativa sostenibile a livello ambientale più diffusa ai tradizionali motori a diesel o benzina. Gli investimenti delle più grandi aziende a livello internazionale nel settore sono aumentati a dismisura nell’ultimo periodo. Le difficoltà però non sono mancate, e la testimonianza è una domanda che nonostante tutto fatica ad esplodere davvero.
Ancora tantissimi preferiscono infatti affidarsi alle automobili con motore a combustione, sia per un discorso economico (le auto a zero emissioni sono ben più costose) che di praticità (le tempistiche di ricarica sono ancora considerate troppo lunghe rispetto ad un normale pieno e il discorso legato all’autonomia limitata continua a preoccupare).
Per questo molte aziende stanno lavorando a strade alternative per raggiungere il traguardo delle zero emissioni e limitare l’inquinamento dell’aria causato dai veicoli. Tra le opzioni più credibile, già utilizzata con enorme successo da molti grandi marchi, c’è sicuramente l’idrogeno. Sino ad ora però il principale problema che ha frenato questo tipo di motori da una grande diffusione sono stati i costi ancora troppo elevati, che l’hanno resa disponibile a pochi. Le cose però potrebbero presto cambiare, è in arrivo una nuova rivoluzione.
Auto a idrogeno, è arrivata la fine per l’elettrico?
Produrre idrogeno sarà ancora più conveniente ed economico, grazie all’equipe di scienziati della University of New South Wales (UNSW), della Griffith University e della Swinburne University of Technology, università australiane di assoluta eccellenza. La ricerca del maxi team ha dimostrato che grazie al processo di elettrolisi si può ottenere l’idrogeno dall’acqua senza utilizzare come catalizzatori metalli costosi come platino o iridio, ma affidandosi ai più “poveri” ferro e nichel. Grazie a questi la reazione chimica è più rapida, e consuma meno energia e risorse.
Lo studio, che è stato pubblicato su Nature Communications, mostra che la scissione dell’acqua avviene quando i due elettrodi rivestiti con il catalizzatore (su cui c’è una interfaccia su nanoscala in cui ferro e nichel si incontrano) rilasciano una scarica elettrica separando l’idrogeno dall’ossigeno. Il primo viene utilizzato come combustibile, mentre il secondo può essere rilasciato come rifiuto ecologico o utilizzato a sua volta, come spiegato dagli stessi ricercatori su Phys.org.
I vantaggi economici sono senza pari: ferro e nichel hanno un costo nettamente inferiore rispetto a platino, iridio o rutenio. Basti pensare che il ferro costa 0.13 dollari al Kg, il nichel 19.62 dollari al Kg, mentre il platino arriva a 42.13 dollari al Kg e l’iridio addirittura a 69.58. Il risparmio è considerevole e questa ricerca può essere dunque la chiave per rendere la tecnologia ad idrogeno finalmente accessibile.